mercoledì, marzo 23, 2005

L'uomo che tirava sassi / contro sintesi e sintassi

Alberto Arbasino scrive troppo e male. Io l'avevo sempre sospettato, ma qui c'è uno studio stilistico. (O, ma è incredibile quanti blog belli e poco cagati ci sono in giro adesso)

Incregibile, amici! Ma perché lo fanno?

Nell'ultima versione dello spot fiat, la voce finto-brasileira commenta l'apparizione di un uomo in matrioska durante un corteo post-sovietico. Questo nel caso che ve la foste persi - in ogni caso credo che non mancheranno, nei prossimi giorni, le occasioni per impararlo a memoria.

Qui nessuno nega il professionismo dei pubblicitari fiat. Mai. In effetti la campagna è efficacissima, il tormentone Incregibile amici furoreggia nei corridoi delle scuole medie dell'obbligo. E' solo, come dire, vagamente un po' fuori target. Vendono macchine e hanno ordinato una campagna adatta a dei 14enni. Poi ha voglia Caravita a dirci: comprate italiano. Uno un po' si vergogna.

venerdì, marzo 18, 2005

la tragedia di un uomo bibliofilo

Marcello Veneziani ha questa bella casa con 15.000 volumi che sono la sua vita e che spesso rilegge, finché un giorno non litiga con sua moglie e deve sloggiare: ma i 15.000 volumi restano ostaggi, e la moglie ne dispone come vuole (li vende? li brucia?). Lui, disperato, ne scrive su Libero, e noi ci ridiamo su. Perché siamo, antropologicamente, un po' stronzi.

Io lo ammetto: qui volevo scrivere un pezzo su quanto siano scemi e poco previdenti gli intellettuali bibliofili, che costruiscono la loro casa sulla carta, invece di fare come me, che cerco semplicemente di affittare negli immediati pressi di buone biblioteche pubbliche (che in Emilia funzionano, finché qualcuno non cerca di ristrutturarle). Per questo, poi, posso trattare male la mia donna finché voglio, ed ella al limite può rifarsi sul giornale spiegazzandolo. Sì, io volevo usare questo spazio per ridere di una persona offesa in ciò che ha più caro, e approfittarne per ricordare che siamo più fighi noi del proletariato cognitivo, poveri ma furbi. Perché sono uno stronzo. E ammetterlo non basta. Devo espiare in un qualche modo.

Per esempio, potrei profittare della bella mezza giornata per riportare i mucchietti di libri accostati sulle scale nelle 5 biblioteche da dove provengono, se non avessi rotto il radiatore l'altro ieri mentre andavo, adesso che ci penso, a una biblioteca di Bologna.

Traggo dunque le conclusioni: Marcello Veneziani è un pirla. Ma anch'io.
Lui però è un pirla di destra e ricco, e io no.

Da tre giorni è prepotentemente primavera

E le laureande siedono a gambe incrociate in Piazza Verdi; e io mercoledì ho quasi fuso il motore al casello di Borgo Panigale; e l'aria che entra qui dal lucernario sa un po' di soffritto, e tante altre cose.

E', prepotentemente, primavera e non mi sembra che i blog ne parlino molto - a parte uno, ovviamente:

La primavera 2005 suonerà dischi nuovi come non se ne ascolta spesso uscire dalle patrie scene.
Sarà musica per tirare fuori la bicicletta dal garage dei mesi bui e planare di nuovo sopra la città, affamati di sole e fanciulle in fiore.

giovedì, marzo 17, 2005

comunque vada, capolavoro

Guardate che non è uno scherzo: tra i mandolini e la pasta e tutti gli altri aspetti del carattere nazionale di cui si parlava un po' più sotto, le Beretta ci stanno di diritto.

Ogni tanto dovremmo anche guardarci in faccia e dircelo: siamo un popolo di navigatori e di armaioli. E anche il fascismo, in fondo, che cos'è. E' l'Ansaldo in pieno boom '15-'18 che cerca agganci a sinistra e salva il giornalino di Mussolini. Socialismo + arsenali industriali = Fascismo. E' un equazione come tante, valida come tante e meno di tante altre, ma teniamola in conto.

L'Italia, dal 1945 ad oggi, si è annualmente piazzata tra i primi dieci produttori di armamenti nel mondo; sono italiani i presidenti delle più importanti realtà armiere europee; un sostegno incondizionato all'industria non proviene da una sola fazione politica, ma coinvolge quasi tutto l'arco parlamentare; e, in epoca di grandi privatizzazioni, la massima parte della produzione di armamenti rimane, per il tramite di Finmeccanica, saldamente sotto il controllo dello Stato.


Questo per invitarvi naturalmente a comprare Armi d'Italia, che è appena uscito per Fazi ed è la più completa ed esaustiva inchiesta su una delle più fiorenti industrie italiane. Più che un'inchiesta, un trattato: direi che dopo averlo letto avete tutto quello che vi serve per essere pacifisti responsabili; sul serio, vi potete costituire in associazione pacifista praticamente da soli (scherzavo, non fatelo).

Questo non c'entra nulla col fatto che l'ha scritto anche Riccardo Bagnato, che è mio amico da tanto, scrive ormai dappertutto tranne qui, sì che avrebbe l'accredito. O, beh.

Altre cose dirò dopo averlo letto, ma potrebbero passare alcuni istanti. Per ora ho visto solo che inizia con... Renato Serra. Sei stato tu, vero?

martedì, marzo 15, 2005

Migliaia mi stanno dietro? (*)

Premessa: io amo tutti i quotidiani e le riviste che parlano bene di me. Le compro, le faccio comprare ai miei amici, le prenoto da sei edicolanti diversi, e in questo modo il PIL aumenta. Aumenterebbe vieppiù se quotidiani e riviste parlassero più spesso bene di me.

Poi magari faccio finta di niente; per esempio quando l'ottimo Riccardo Spagnolo in dicembre parlò molto (troppo) bene di me su Avvenire, io non dissi nulla, perché chi si loda s'imbroda eccetera (però grazie Spagnolo). Se stavolta parlo di Jack, è solo per correggere una lieve imprecisione: nel numero del corrente mese, infatti, nel bel servizio "Te lo dico con un blog", firmato da Alessandro Condina, si legge (pag. 30):

…Oppure come Leonardo, che ha uno dei più amati blog politici (leonardo.blogspot.com) e nel 2001 ha raccontato i fatti del G8 di Genova da testimone, conquistando la fiducia di migliaia di lettori.


Naturalmente leonardo.blogspot.com non è un blog politico, se non in senso molto lato; ma non è questo il problema. Il problema è l'espressione "conquistando la fiducia di migliaia". Ora, misurare i lettori di un blog è sempre difficile: peraltro il contatore che usavo a quel tempo non esiste più. Fidatemi però se vi dico che in quei giorni di luglio lo vidi coi miei occhi impennarsi, e arrivare anche, udite udite, a 80, dico 80 accessi giornalieri. Tenete conto che fino a venerdì riuscivo a fare refresh dalla sala stampa delle Diaz, e lo facevo spesso, sia io che Ric, perché era il modo che avevamo di scambiarci i flash molto brevi che poi lui riordinava per Vita. In più credo ci fossero Elo e Wile che refreshavano da Roma, ed Enzo da Bologna (o forse Elo era ancora a Chicago?) Ecco, secondo me quegli 80 accessi erano tutti qui. Per far capire che la famosa blogpalla che si autolinca e si autolegge, nel luglio del 2001 era ancora una nocciolina.

In seguito Leonardo è cresciuto (arrivando per un po' nel maggio scorso a una media di 400 al giorno), ma non ha mai oltrepassato i mille contatti giornalieri, salvo quella volta che lasciò trapelare ad arte propositi suicidi e quell'altra in cui prese la Bibbia per il Corano (ma autolincandosi da Macchianera era troppo facile). Naturalmente da questo presunto "migliaio" bisognerebbe isolare quelli di cui avrei, come dice il generoso Condina, "conquistato la fiducia". Secondo me sono assai meno. Anzi. C'è gente che mi legge proprio perché non si fida.

Insomma, grazie mille, Jack, ma "la fiducia di migliaia di lettori" è ancora un obiettivo lontano. Sempre più lontano, direi. Ammesso che sia un obiettivo.

(*) chi capisce la sottile allusione del titolo, gli offro un caffè ma perdavvero, anche corretto.

domenica, marzo 13, 2005

una nocciolina su 50

ha il potere di irritarmi, magari soffocarmi, eventualmente uccidermi.

Giusto ieri sera l'ho capito, così adesso altre 50 noccioline mi separano dalla prossima visita al pronto soccorso con relativa pera di cortisone. Calcolando un happy hour a settimana in media, dovrebbero bastarmi per 3-4 anni. Qualcuno se lo segni e controlli poi se è vero, so che qui passa gente che mi vuole persino bene.

2 primavere

Nessuna delle due, purtroppo, è la primavera democratica del Medio Oriente che tanti sognano.

La prima è la primavera sciita del Medio Oriente, da Siria a Iraq ad Azerbaijan

La seconda è la primavera del progressismo sudamericano - strana miscela di populismo e pragmatismo.

Entrambe sono buoni motivi per leggere Pfaall, anche quando non bacchetta Christian Rocca.

(Sono sicuro che andrete subito a cliccare il terzo linc, miserabili).

per spicciola che tu sia, Dietrologia

E se invece di lamentarci ogni volta per la dietrologia spicciola, assumessimo che essa è parte del carattere nazionale, insieme con la pastasciutta il mandolino e la mafia, avremmo fatto un passo in avanti?

Poi, invece di esprimere ogni volta, puntualmente, banalmente, il nostro nobile disgusto per i dietrologi spiccioli, potremmo farci una ragione storica di cattive abitudini che non ci cadono dal cielo: la mafia nasce per sopperire al vuoto di potere in un latifondo ignorato dai proprietari; il mandolino è uno strumento di accompagnamento leggero e semplice, ideale per le serenate notturne in un clima mite; la pastasciutta è un piatto povero e semplice, ideale a fare massa col pomodoro che nello stesso clima cresce bene; e la dietrologia spicciola nasce a causa di 35-40 anni di stragi impunite (un po' di più se aggiungiamo quei 50.000 e passa civili morti nelle stragi della II Guerra Mondiale).

Quel che voglio dire è che la pastasciutta tutti i giorni può stancare, ma non è lì per caso; e parimenti una mamma simpatica e cattolica e di buon senso (la mia) che, tre anni fa, commenta a caldo l'assassinio Biagi con un "chissà chi è stato veramente...", può sbalordire, ma non viene a caso: viene dopo decenni di ambigua gestione del pubblico mistero. E non è colpa mia, non è colpa tua, è colpa un po' degli uni e un po' degli altri: in ogni caso è andata così, e dai Settanta in poi in questa nazione si nasce dietrologi. Può essere frustrante ma è inevitabile; può essere inevitabile condonare una strage ai simpatici piloti del Cermis; ma è un'opzione politica e si paga in crediti di antiamericanismo.

A pensar male si fa peccato e si azzecca, per non citare un antiamericano; e in certi casi una quota di dietrologia è inevitabile. Io, per dire, trovandomi in una macchina bersagliata da una raffica, formulerei come primo pensiero una dietrologia: qualcuno mi vuole ammazzare, proprio me. Voi forse no; in ogni caso non vi si chiede una dimostrazione pratica.

lunedì, marzo 07, 2005

il mio parere sullo stato dell'arte canora in italia

la nuova "cantante" dei matia bazar e quella sedicente cantante jazz chiamata nicki nicolai (che credito darle, con quel nome): non dico altro.

comincia a scaldare i motori della tua chitarra Leonardo: dobbiamo fare qualcosa per questo povero popolo.

altro che accademia.

giovedì, marzo 03, 2005

Unimaginative wanker

Rubrica di intrattenimento personale

Adam Connelly, '03.jpg' / 5''x7'' / oil on canvas / 2002
Adam Connelly, '03.jpg' / 5''x7'' / oil on canvas / 2002


Quello che mi piace nei quadri di questo Connelly (qui ne ho messo uno dei più leggibili) è che bisogna fare diversi passi indietro perché l'occhio percepisca il significato dell'immagine.
A mano a mano che ci si avvicina, l'immagine erotica va fuori fuoco e svanisce. Restano solo porzioni colorate, dettagli senza senso.
Questo ci dice qualcosa di come funziona la pornografia?

martedì, marzo 01, 2005

quant'è grande una borsa?

non ne posso più di discutere con l'usciere cocciuto dell'estense che pretende che io lasci la mia pochette al deposito sostenendo che si tratta di una borsa. "e l'astuccio di quello li, su quel tavolo? è più grande eppure sta lì, in sala, sul tavolo, non qui in scaffale." "non mi interessa nulla di quelli che sono dentro io le dico che lei con quella borsa non può entrare". ma non è una borsa: apro, gli mostro la patente e il libretto degli assegni e il bancomat e il burrocacao sta tutto lì è un borsellino è il mio borsellino come faccio a lasciarglielo lei è fuori di testa si rende conto che non riesce a dirmi che differenza c'è fra questo e l'astuccio di quello lì? è forse perchè ha la tracolla?

non c'entra niente la tracolla

allora lei ce l'ha con me

nossignore che sarebbe a dire che ce l'ho con lei

si ce l'ha con me (( lo so me lo ricordo lei ha già preteso da me due anni fa che io trascrivessi sul modulo di richiesta delle fotocopie l'indicazione di tutte le recensioni che ho fotocopiato per la tesi e si trattava di intere annate di quotidiani religiosamente spogliati e le fotocopie le avevo già avute me le ha fatte la signora qui assai gentile e insomma il sul modulo che cosa gliele scrivo a fare data e numero di pagina di ogni quotidiano che ho copiato basterà che le scriva "rassegna di articoli dalle pagine di spettacolo della tal testata per i mesi tot e tot" insomma no basterà!?

NO, lei deve scrivere tutto: vede qui sul modulo cosa dice? bisogna indicare il numero di pagina

((si ma questo è un modulo di richiesta e io le fotocopie non solo le ho già chieste ma le ho anche già avute, voglio solo pagarle.))

Lei è fuori di testa! lei è un insopportabile burocrate che prova crasso piacere ad esigere che le regole vengano rispettate anche quando non cen'è bisogno!

certo infatti è giusto cosi

si ma lei è fuori di testa questa non è una borsa!!

""Scusa, potresti fare più piano questa è una sala di lettura""
"si io faccio più piano però tu devi sapere che quest'uomo è fuori di testa non ha il minimo senso della realt-à!"

signorina lei mi sta facendo oltraggio se continua cosi chiamo i carabinieri

no guardi chiami il direttore che facciamo prima io voglio parlare con un suo superiore

io non chiamo nessuno lei vada su e vada a parlare con chi le pare



ma io voglio andare li dentro a studiare!
e questa è la mia borsa! (che non è una borsa!)

"""NIENTE DA FARE."""

ho capito allora mi dia la 47

come, ha già una borsa depositata? mica ne può lasciare due, questo non è un deposito!

ma insomma lei sta delirando lei sta passando ogni limite! mi dia la cartella ---- sa che facciamo?
il cappello questo, che ne dice, è una borsa?

ROVESCIO IL CONTENUTO DELLA MIA POCHETTE NELLA CLOCHE E ME NE VADO FIERA IN LETTURA PENSANDO

"L-HO FREGATO".


odio le persone che non vedono la realtà dietro le regole.

ma soprattutto odio l' insormontabilità di certi schemi mentali nel prossimo.