Probabile sia successo anche voi almeno una volta negli ultimi tre anni: qualcuno, con l'aria di saperla lunga, vi ha spiegato che Umberto Bossi l'ictus se lo è procurato mentre trascorreva qualche piacevole momento in compagnia di Luisa Corna. Prove? Nessuna. Fonti? Sentita in giro. E ci credi? La gente ci crede. Un po' come quando il più figo della cumpa ti raccontava la torbida liason Barale-De Filippi, che glielo aveva detto un amico che le aveva viste strusciarsi in discoteca (e Costanzo le lumava dal privé, ovviamente). Ecco, al piano di sopra c'era Bossi con la Corna, e nei sotterranei
la marmotta che incarta la cioccolata. La gente a queste cose ci vuole credere. Però c'è anche bisogno che qualcuno se le inventi. Già. Chi se le inventa?
Un mese fa (qualcuno ne avrà già sentito parlare) era scoppiato un increscioso caso con indymedia. Un farabutto stava scrivendo cose molto diffamanti su di me, con annesse minacce di morte; e io chiedevo che le rimuovessero, ai sensi della loro policy (e del codice penale). E' una storia lunga che non si è ancora conclusa, quindi non linco niente e vorrei che nessuno lo facesse. La discussione è stata abbastanza tesa. Devo dire che alcuni mi hanno capito. Altri invece no, hanno continuato a spostare la discussione, a parlare di censura, a sentirsi minacciati da me, eccetera. Ma non volevo parlare di questo.
A un certo punto, tra gli interventi, ne è comparso uno abbastanza lungo e motivato che in sostanza spiegava che Indymedia non può controllare il newswire, neanche per evitare di danneggiare i suoi sostenitori (è capitato anche a me di sostenerla, indymedia). Perché altrimenti perderebbe la sua ragion d'essere. Ne ricopio un grosso pezzo, spero che l'autrice/autore non me ne vorrà.
Se non esistesse Indy, e la sua policy, noi non avremmo saputo nulla delle storie citate, ma nemmeno di tante altre, su aggressioni di fasci, su poliziotti infami, su piccole e grandi ingiustizie, che a metterle in fila ci arrivi al polo.
La storia di Bossi e Luisa Corna è ancora lì
http://italy.indymedia.org/news/2004/06/572089.php
Con la logica che vorrebbero far passare oggi alcuni compagni in lista (italy), quella notizia andava editata, hiddata, cancellata, perché non verificabile. "L'infermiere" non ci ha mai mostrato un attestato professionale, e allora perché permettergli di infangare la reputazione di quella brava persona di Bossi? E quella della Corna...? Ci pensate alla reputazione della Corna?
Su T******* e sull'accusa di filo-pedofilia da lui ricevuta il discorso è lo stesso dei casi precedenti. Indy non può farsi carico di verificare la veridicità di quelle informazioni , può soltanto, e "deve", lasciare a tutti lo spazio di esprimersi e replicare.
E volendo provocare, se un giorno una compagna postasse in maniera anonima (perché non se la sente di venire allo scoperto) di essere stata stuprata da un fascista mettendone nome e cognome lascereste il post visibile? Sì...? Lo spero, altrimenti davvero Indy sarebbe finita.
Ma se a stuprarla fosse stato un compagno, in una serata allegra in un centro sociale? Lascereste lo stesso la sua testimonianza? Pretendereste di verificarla? O peggio, dareste un giudizio sulla tipa dicendo che è chiaro "da come scrive" che è una mitomane e quindi va cancellato il suo post infamante?
Io ho difeso Indymedia e l'open publishing,
tanti anni fa. Mi sembravano cose giuste. Sapevo che un newswire di anonimi era destinato a essere una fogna a cielo aperto, ma credevo che il sistema avesse gli strumenti per regolarsi da solo.
E ci credo ancora. In un qualsiasi forum appena appena decente, oggi, se un tale arrivasse dicendo "sono un infermiere e ho visto Bossi con la Corna", la maggior parte degli utenti gli risponderebbe, semplicemente: pics or it didn't happen. E' così che si è evoluto il sistema: se hai fonti e prove, le citi: sennò stai spammando, trollando, non sei attendibile. Su qualsiasi forum o wiki o blog appena decente questo succede, da anni.
Su indymedia - almeno su un pezzo di indymedia - no. Qualsiasi voce di corridoio va bene. Tizio dice che sei un pedofilo? E' un suo diritto. Ti diamo la libertà di scrivere sotto in piccolo che invece non lo sei, e ringraziaci. Mettiamo in giro le più grossolane leggende urbane degli ultimi anni, e lo rivendichiamo come merito. Se non ci fosse indymedia Gigetto al bar non potrebbe raccontare la favoletta di Bossi che si piglia un colpo mentre si tromba la soubrette, lo trovi giusto? Noi non lo troviamo giusto. Perché dovremmo preoccuparci della reputazione di una soubrette o di un insegnante di scuola? Noi crederemo sempre a qualsiasi letterina anonima, purché sia scritta con una calligrafia femminile e dica che c'è un maschio cattivo che mena. Non sei d'accordo? Probabilmente sei un pedofilo, amico di pedofili, che mena le donne. Almeno, noi stiamo cominciando a pensare che chi scrive così non abbia tutti i torti, però se vuoi puoi provare il contrario. Dai, dimostraci la tua non-pedofilia.
Lo ripeto: non tutti a Indymedia la pensano così, e ne sono contento. Però c'è gente che questo modo di pensare lo rivendica. Ci tengono anche a far capire che non sono neofiti, che c'erano al tempo delle BBS. E insomma, quindici anni fa stavano sulle BBS, ora stanno al bar con Gigetto.