Tra tutti i generi letterari, l’appello credo sia il più triste in assoluto. A qualcuno viene in mente qualcosa di peggio ?
Ma largamente sottovalutati credo siano anche i danni che può fare. Questo voler tirare per la giacchetta (o per la t-shirt o per il tailleur ) il prossimo, oltre che infastidente, potrebbe essere spesso controproducente. Qualcuno ha mai provato a testare seriamente i risultati di un appello ?
Il dubbio che ho sempre avuto è che chi fa appelli non li faccia in realtà per far vincere questa o quella causa ma per rimarcare agli altri la propria identità, per porsi come il centro di una questione, per un interesse meramente personale insomma. E se danneggia la causa pazienza.
a me viene in mente di peggio, per esempio 'sti post stizzosi che dici tu.
RispondiEliminaComunque sei più sincero qui - il bambino viziato che non vuole ascoltare l'insegnante cattivo - che quando tenti improbabili seghe mentali su Malatesta.
Tutto questo si riassume in una domanda e una risposta: c'è qualcosa di peggio del borghese paternalista? Sì, il borghese che a 30 anni fa il ragazzaccio anarchico.
magari fossero 30
RispondiEliminacomunque non essere egocentrico, anche sei chiaramente l'ispiratore del post, il discorso sugli appelli è più generale. vale anche per Eco e per Colby e soci (che fanno appello alla liberazione degli arrestati per i disordini di Milano)
Anzi: del tuo appello del 2001 la cosa apprezzabile è l'ironia del "vedi non cerco di convincerti, cerco di commuoverti" che di fatto lo fa uscire dal genere letterario "appello" per riclassificarlo come web post leonardesco tout court. Non altrettanto si può dire però di quelli degli anni successivi.
non ci sono ragazzacci anarchici. l'anarchismo è una scelta di maturità, non un errore di gioventù.