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venerdì, marzo 24, 2006

Caro elettore di sinistra ti scrivo

qualche anno di ritardo, qualche secolo d'anticipo

(...) Questa volta egli ci agita innanzi lo spettro della reazione. I clericali, i borbonici, i partigiani del colpo di Stato, egli dice, combattono le istituzioni parlamentari per ritornare all’assolutismo: dunque uniamoci per difendere quelle istituzioni che, per quanto cattive, valgon sempre meglio dei governi assoluti.
L’argomento non è nuovo. Per la paura di Crispi, Cavallotti ed i democratici della sua risma appoggiarono Di Rudini, e non è ben chiaro se non lo appoggiano ancora: per la paura dei clericali tanti “liberali” avevano difeso il Crispi... Ma giusto, perché non ci mettiamo a difendere la monarchia sabauda, che i preti vogliono abbattere o per lo meno scacciare da Roma? Della Monarchia, diremo parafrasando Merlino, si ha ragione di dire tutto il male possibile: ma questo è certo che essa val meglio del governo dei preti.
Con questa logica si può andare lontano; poiché non v’è istituzione reazionaria, nociva, assurda, che non trovi chi la combatte allo scopo di sostituirvene un’altra peggiore. Quindi bisognerebbe che non vi fossero né anarchici, né socialisti, né repubblicani (salvo nei paesi dove esiste la repubblica), e diventassimo tutti conservatori... per salvarci del pericolo di tornare indietro. Oppure, bisognerebbe che i repubblicani difendessero la monarchia costituzionale per tema di veder tornare l’Austria ed il Papa re; che i socialisti difendessero la borghesia per garantirsi contro un ritorno al medio evo; che gli anarchici facessero l’apologia del governo parlamentare per paura dell’assolutismo.

Francesco Saverio Merlino, Errico Malatesta – Anarchismo e Democrazia (1897)

4 commenti:

  1. Infatti grazie alle sagge indicazioni di Malatesta, dopo un secolo di lotte contro la sinistra riformista, oggi vige l'anarchismo mondiale.

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  2. no, fu grazie agli appelli di leonardo che berlusconi perse nel 2001

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  3. Malatesta si sbagliava, tu ancora te la meni con Malatesta, continui a sbagliare, e io pago.

    Io nel 2001 avevo ragione, tu hai preferito Malatesta perché sbagliava sicuro già da un secolo, ti sei sbagliato, e io pago.

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  4. no leonardo, tu paghi il fatti di vivere in un paese che dopo un secolo di storia dell'antitrust ammette beatamente che il proprietario di metà dei mezzi di informazione possa diventare primo ministro, tu paghi il fatto di vivere in un paese in cui lo standard morale vigente permette all'elettore medio di votare un personaggio i cui trascorsi sono limpidi come l'acqua di palude, tu paghi il fatto di vivere un momento storico in cui l'ideologia forte del momento - del momento 2001 ancora di più - l'aziendalismo, era incarnata dall'attuale primo ministro.
    come ti dissi già in occasione di una mia precedente risposta ai tuoi appelli, le ideologie forti del momento hanno sempre vinto (tranne una forse. quella che di solito non si presenta alle elezioni)
    Nel grande romanzo della Storia, il fucile di Cechov del berlusconismo non poteva non sparare. Era inevitabile che lo facesse. Ora però ha sparato ed è scarico. E’ il momento della tua rivincita. Nonostante una coalizione brancaleonica (ma d’altronde brancaleonica ex-aequo con l’altra) vi apprestate a vincere le elezioni. bene.

    Quanto a Malatesta, lui sperava di riuscire a fare la rivoluzione. Ma era consapevole del fatto che, anche qualora non ci fosse mai riuscito, il suo valore aggiunto l'avrebbe comunque dato

    D’altronde il fatto è questo; se nel paese v’è coscienza e forza di resistenza, se vi sono partiti extra¬costituzionali che minacciano lo Stato, allora il governo rispetta lo Statuto, allarga il suffragio, concede libertà, tanto per aprire delle valvole di sicurezza alla crescente pressione; ed in Parlamento i deputati borghesi tuonano contro i ministri, tanto per farsi popolari. Se invece il governo vede che i partiti popolari fondano le loro speranze sull’azione parlamentare e che la cosa che più gli dà noia sono i deputati socialisti, allora respinge il suffragio, tien chiuso il parlamento, viola lo Statuto; e se i deputati hanno il nerbo, cosa rara, di resistere più che per burla, vanno in prigione malgrado il medaglino e l’immunità.

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