venerdì, marzo 30, 2018

Poterti smembrare coi denti e le mani

"Sapere i tuoi occhi bevuti dai cani".

(È mai esistito un incipit più violento di questo? Non lo so).



La Via della Croce di Fabrizio De Andrè, da quel suo disco-vangelo-apocrifo che lui stesso considerava uno dei suoi album migliori, La buona novella. In effetti è il punto d’arrivo del De Andrè cantastorie e il punto di partenza del De Andrè etnico: c’è già Pagani al flauto, c’è Branduardi alla chitarra, c’è come un senso di Palestina nell’aria. E poi ci sono momenti kitsch e geniali, come appunto Via della Croce, in cui non so se De Andrè o Gian Piero Reverberi colgono un’altra intuizione geniale: la Passione di Gesù come uno spaghetti-western. Se manca qualcosa all’arrangiamento è un’armonica, o piuttosto… no, uno scacciapensieri.

È il 1969, tutti dicono che il disco rifletta la contestazione, ma qui soprattutto riflette tantissimo Morricone, De Andrè non è mai suonato tanto Johnny Cash, tu chiudi gli occhi e vedi volti sanguinosi e sudati e tutto quadra, in modo incredibile, ti rendi conto che un Gesù-spaghetti-western avrebbe avuto molto più senso del Gesù Torture Porn di Gibson, è un vero peccato che nessuno lo abbia proposto a Sergio Leone. Ma probabilmente Paolo VI non avrebbe gradito, erano tempi diversi.

Son pallidi al volto, scavati al torace
non hanno la faccia di chi si compiace
dei gesti che ormai ti propone il dolore
eppure hanno un posto d’onore.
Non hanno negli occhi scintille di pena
non sono stupiti a vederti la schiena
piegata dal legno che a stento trascini
eppure ti stanno vicini.
Perdonali se non ti lasciano solo,
se sanno morir sulla croce anche loro;
a piangerli sotto non han che le madri,
in fondo son solo due ladri.

Due ladri. Clint Eastwood ed Eli Wallach. Perfetti. Cosa ci siamo persi.
"Non dargli retta, Gesù, lui è solo un grandissimo figlio di... uauaua!"

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