giovedì, maggio 06, 2010

Perché pagare per ottenere servizi di lusso?

Bella domanda. Degna di Adinolfi.

L'altra sera Adinolfi ha stroncato la puntata di Report sulla sanità lombarda. Non faccio nemmeno finta di essere obiettivo: il servizio era di Alberto Nerazzini e io tifo Nerazzini sempre e comunq. Però c'è un passo della stroncatura Adinolfi che vorrei isolare, che non c'entra neanche più tanto con la sanità lombarda.

Citavo la mia esperienza da adolescente in una scuola che amavamo definire "pubblica non statale". Cioè in una scuola privata: mai un giorno di sciopero, formazione di primo livello, esami di maturità sostenuti insieme ad un'analoga classe di scuola pubblica statale, da noi nove dei ventiquattro diplomandi si sono maturati con il massimo dei voti, da loro neanche uno. Da allora il dubbio: perché a questa scuola eccellente ho potuto accedere solo perché i miei hanno pagato? Non sarebbe "di sinistra" permettere a tutti di poter scegliere, adottando metodi come quelli del "buono scuola"?

Insomma, siamo ancora qui. Non sarebbe "di sinistra" erogare un po' di buoni scuola non si sa bene a chi, togliendoli dai fondi della scuola pubblica?
E cosa ti posso dire: no. Non sarebbe "di sinistra". Non nel senso novecentesco del termine. Perlomeno, si tende a pensare che a sinistra sappiamo ragionare in termini di classi sociali, e quello che Adinolfi fa qui è fingere di non vederle. Lui andava in una bella scuola, non aveva mai problemi, buoni professori, esce con voti migliori, e alla fine si chiede: perché i miei genitori hanno dovuto pagare? Già, se ci rifletti bene, è proprio un'ingiustizia. Come anche il fatto che ti facciano pagare la panna montata sul gelato, io metterei erogatori di panna montata gratis in tutte le gelaterie della repubblica, oppure un buono panna montata, perché la panna montata è un sacrosanto diritto!

Oppure se preferite la vecchia metafora del taxi. E' comodo il taxi, però, accidenti, costa più dell'autobus. Non è ingiusto? Tutti dovrebbero avere il diritto di andare in taxi. Distribuiamo alla popolazione dei buoni taxi.

Gente che ragiona così, seriamente, pensa di essere di sinistra? Ma in fondo non è nemmeno il problema, quanto piuttosto: gente che ragiona così, seriamente, pensa? Diocristo Adinolfi, ma sul serio non l'hai capito che l'unico motivo per cui la tua scuola era bella e diplomava tante brave persone con tanti bei voti è che teneva fuori i poveracci coi loro fastidiosi problemi? Che c'era una specie di buttafuori all'entrata, e quel buttafuori si chiamava retta mensile? Se distribuisci buoni scuola, poi mi devi spiegare con che criterio (non mi dire che li vuoi semplicemente dare ai cattolici, perché non sarebbe un discorso di sinistra: sarebbe un discorso di neodestra che vuole recintare la società in bantustan identitari). Chi è che ha diritto di staccare quei buoni? I più poveri? I più meritevoli? Ma diamoli a tutti, allora: chiudiamo le scuole pubbliche e restituiamo a tutti quanti un pacco di soldi, poi chi vuole andare a scuola se la paga. E' un discorso di sinistra? No, è un discorso di destra storica. Fallo pure, rifonda il Partito Liberale di Einaudi il vecchio, ma almeno non pretenderti progressista mentre ci lasci andare a scuola in edifici pubblici sporchi e logori perché i soldi servono alla scuola delle suorine.

(Dal polveroso archivio: Nudo, vogliamo Don Giussani nudo!)

(Se invece uno vuole informarsi seriamente, Paferro segnala un pezzo del New York Times sul sostanziale fallimento delle charter schools americane).

29 commenti:

  1. La domanda che pone adinolfi è sciocca e tu gli hai risposto come si deve. Io però vorrei fare un passettino in avanti e ragionare di parità scolastica. Non a caso infatti non è quello l'assioma che sta alla base della legge di parità e in particolare dell'istituzione di un sistema pubblico di istruzione e formazione.

    L'assioma è (condivisibile o meno: io lo condivido e vorrei sapere cosa ne pensi tu) "se vuoi far parte di un sistema pubblico devi assumerne anche i doveri. Nessuna selezione in ingresso (a parte il "buttafuori" chiamato retta mensile su cui torniamo), nessuna discriminazione nel reclutamento dei docenti e nel loro trattamento economico, nessun programma autodafè se non nella misura in cui è concesso anche alle scuole statali (le cosiddette quote di autonomia).

    Pensiamo che sia un sistema ottimale quello dove statale e non statale convivono? Io credo di sì per ragioni che non stanno in un commento ma che puoi immaginare. Tu?

    Resta il tema della retta, ma se non condividiamo il punto di partenza che ho detto prima certamente non saremo mai d'accordo su come affrontarlo (e sul se affrontarlo, ovviamente)

    RispondiElimina
  2. Visto che sei dentro al mondo della scuola (anche se non ti occupi direttamente di informatica), forse ti interesserà questa iniziativa dell'Agenzia delle Entrate...

    RispondiElimina
  3. Lupigi, grazie, guarderò, ma se è la roba dell'anno scorso, praticamente vogliono accollarci le spese della rottamazione.

    Marcocampione, secondo me il concetto di "paritario" è un'invenzione retorica che serve a far sembrare uguali cose che uguali non possono essere per definizione. Se una scuola "paritaria" dovesse rispettare gli stessi criteri di quella pubblica, sarebbe letteralmente indistinguibile dalla pubblica. Ma qui c'è gente che vuole la selezione all'ingresso e non vuole pagarla. I liberali li posso capire, ma i liberali coi soldi dello Stato no, e non credo li capirebbero neanche Benedetto Croce o Luigi Einaudi.

    RispondiElimina
  4. No, Leonardo, non è così, e non era così nemmeno l'anno scorso! E te lo dico perché lavoro proprio nell'ufficio che segue la procedura...
    Le spese della rottamazione NON le paghiamo, perché il fornitore delle nuove apparecchiature è tenuto per legge a ritirare gratuitamente le vecchie.

    L'idea è invece quella di creare un meccanismo virtuoso che consenta alle scuole di usufruire di apparecchiature ancora abbastanza buone e che è un peccato rottamare: calcola che ogni anno l'Agenzia delle entrate in tutta Italia rinnova circa 6-7000 PC, e avrai una mezza idea di cosa c'è in ballo.
    E' vero che in questa prima fase ci saranno ancora un po' di vecchi scassoni mischiati alla roba buona, ma se guardi per esempio il bando delle Direzioni Centrali vedrai che sono già tutti PC del 2004 con monitor LCD.

    RispondiElimina
  5. "Adinolfi e la scuola" fa il paio con "Sofri e i finiani" della settimana scorsa.
    (Bella la new entry del bestemmione a metà post!)

    Steu

    RispondiElimina
  6. "Se una scuola "paritaria" dovesse rispettare gli stessi criteri di quella pubblica, sarebbe letteralmente indistinguibile dalla pubblica".
    Perdonami il francesismo, ma questa è una stupidaggine.

    Se fosse vero quello che dici tutte le scuole statali sarebbero indistinguibili tra loro e per fortuna così non è...

    RispondiElimina
  7. In che cosa dovrebbe distinguersi? L'hai detto tu:
    * Non potrebbe selezionare gli studenti;
    * non potrebbe selezionare i docenti (graduatorie nazionali).
    * Limitata autonomia nei programmi

    I bidelli? L'ampio parcheggio? Non lo so.

    RispondiElimina
  8. non ho detto che non potrebbe selezionare i docenti, ma che non potrebbe discriminarli. Ma pensa, secondo me anche la scuola statale dovrebbe selezionare i docenti... (tramite concorso ovviamente)

    ma sei tu che non hai risposto alla mia obiezione: oggi le scuole statali sono indistinguibili tra loro? Le non statali sarebbero altrettanto uguali (o altrettanto diverse)

    RispondiElimina
  9. Guarda, non apriamo il dibattito concorsoni vs ssis perché non ne usciamo.

    Il punto è che se lo Stato stabilisce un qualsiasi criterio di selezione dei docenti, poi non si spiega perché dovrebbe finanziare anche scuole 'paritarie' che non seguono quei criteri. E' proprio una logica che mi è sempre sfuggita e che nessuno è mai riuscito a spiegarmi.

    Diciamo che i fattori che rendono le scuole statali diverse tra loro (zona geografica, bacino d'utenza, dirigenza, docenti, personale, ecc.) non sono quelli che dovrebbero differenziare scuole statali e 'paritarie': nella stessa regione, con lo stesso bacino d'utenza, e dirigenti docenti e personale selezionati con gli stessi criteri, non riesco a capire quale sarebbe la sensibile differenza.

    RispondiElimina
  10. grazie leonardo meno male ci sei te. ora gliene dico quattro sul suo di blog.

    RispondiElimina
  11. La domanda fondamentale da porre a Umberto Eco è: perché Adinolfi intriga tutti? Diciamocelo, è un narcisista perdente con un seguito di quattro gatti, ma quando esprime la sua molto mutevole opinione lo si attacca come se fosse un maitre à penser del PD. Anch'io leggo sempre il suo blog, ma non so spiegarmi il perché. Che esista sul serio la magia?

    RispondiElimina
  12. Leo la tua contro le scuole private è una fissazione. Sembra quasi che le preferisci da schifo ma pubbliche...

    RispondiElimina
  13. Wile ti sfugge un particolare: se le scuole pubbliche fanno schifo è perché le private rubano loro le risorse. I soldi diretti alle paritarie sono rubati alle pubbliche. Quindi anche a te. Per chi fare il tifo dovrebbe essere scontato. A meno che tu non sia un gestore di scuole private, ovvio...
    NelloF

    RispondiElimina
  14. Le preferisco bellissime ed efficientissime, ma pagate esclusivamente coi soldi di chi le usa.

    RispondiElimina
  15. questa tua ultima affermazione è degna di Adinolfi :-)

    e ci porterebbe su un terreno spigoloso

    RispondiElimina
  16. Nello... Troppi spinelli nei centri sociali fanno male: chi vuole dare i soldi alla scuola privata paga le tasse comunque... Non rubano niente a nessuno. E fare il tifo non serve a nessuno:una scuola migliore potrebbe anche essere gestita da alieni, per quel che mi riguarda. I preconcetti ideologici li lascio a quell'elite di sinistra che si parla addosso mentre il mondo la ignora.

    RispondiElimina
  17. Wile, stiamo discutendo di buoni scuola.
    Chi vuole dare i soldi alla privata, faccia pure.
    Chi vuole andare alla privata coi soldi miei (=buoni scuola) non ha capito bene come funziona il mercato, cos'è il liberalismo, e a scuola forse dovrebbe tornarci.

    (Preconcetti ideologici? Spinelli? Elite? Cazzo dici? Vuoi un bene di lusso? Pagalo e non succhiare soldi a chi non se lo può permettere).

    RispondiElimina
  18. Secondo me non è questione di ignoranza, tranne che non ci sia gente davvero convinta che lo stato potrebbe regalare la scuola privata a tutti, nel qual caso un po' di ripetizioni di matematica in effetti potrebbe giovare.

    Col culo degli altri siamo tutti liberisti, e a me sembra che, in Italia, quelli che invocano il liberismo lo vogliano sempre pagato dallo Stato.

    Il mio dubbio è se esistono davvero al mondo liberisti che il liberismo se lo pagherebbero (o addirittura se lo pagano già) coi propri soldi...

    RispondiElimina
  19. Allora, facciamo una parentesi priva di richiami al proletariato... ho fatto una scuola privata e non sono figlio di magnati del petrolio... ergo, cazzate no profit che tirano in ballo i poveri del biafra, spacciatele a Vendola.

    Buoni scuola: io devo dare dei soldi (in tasse) per la scuola dei miei figli... ma ce ne sono due, una di merda ed una buona, con un professore di sinistra, barbuto e simpatico. Che facciamo, m'attacco al cazzo perchè la legge del proletariato dice "a chi tocca non s'ingrugna"? Smettetela di fare i parvenu. Una scuola mediocre è figlia della mancanza di stimoli all'eccellenza. La competizione didattica non può che far bene, e se devo pagare, voglio dare i miei soldi a chi li fa fruttare in termini di didattica e servizi, il resto sono boutade bertinottiane.

    A proposito... giusto per aggiungere un tegolino alla vostra costruzione del menga, fatevi due calcoli sul perchè le uniche scuole di eccellenza private in italia sono cattoliche... strano, vero? Che sia colpa del fatto che fare una scuola privata laica d'eccellenza non ripaga nemmeno i costi? ma dai...

    Sì Leo, puoi cominciare con gli slogan: scuoa pubblica, scuola pubblica, con pugnetto alzato. Roba da liceali che hanno voglia di scopare durante l'occupazione.

    RispondiElimina
  20. Wile, purtroppo queste cose di cui tu parli, in modo molto superficiale, sono il mio pane quotidiano (scadente), e quindi cerca di perdonare la mia animosità.

    Continuare a trattarci come comunistoidi non ha senso, quando quello che ho scritto fin qui è un banalissimo principio liberale: chi vuole andare alla privata la paga. Perché la privata è un lusso. Non si possono erogare beni di lusso indiscriminatamente a tutti: non è una questione ideologica, è proprio un problema aritmetico. Da quinta elementare (pubblica).

    "fatevi due calcoli sul perchè le uniche scuole di eccellenza private in italia sono cattoliche"

    Boh, non so neanche se sia vero. l'Ocse-Pisa tre anni fa le bocciava in toto. Però guarda che io non discuto mica se siano meglio le pubbliche o le private: il punto è che se vuoi un servizio migliore (il taxi è meglio dell'autobus) lo devi pagare coi tuoi soldini. Non con le tasse che pago io. Non voglio pagare per la scuola di lusso dei tuoi figli, è così difficile da capire? Tu che hai scelto di mandarli in una scuola di lusso, la paghi e siamo a posto. Io che non me la posso permettere cerco di mantenere un livello accettabile di decenza nella scuola pubblica, e se non ci riesco sarà colpa mia. Non dei tagli fatti per dare soldi alle private.

    In un momento in cui ci stanno tagliando cattedre e bidelli, in cui il nostro dirigente non si vede più perché è stato promosso dirigente di altre sei scuole, in cui non abbiamo risorse per l'alfabetizzazione, sentire una persona che in teoria ha studiato dire "Una scuola mediocre è figlia di mancanza di stimoli all'eccellenza" è soltanto avvilente. Cioè, secondo te siamo mediocri perché non facciamo la gara fra le scuole medie pubbliche? (Ma poi chi ha detto che non la facciamo? Quando vengono i genitori ci teniamo a far vedere che i nostri bidelli spolverano sei metri quadri in più di corridoio, che abbiamo una classe sperimentale dove sono tutti bianchi e biondi; gli africani e i pachistani li mettiamo tutti nelle altre. La "competizione" in soldoni è questa qui).

    L'unico ad avere paraocchi ideologici qui dentro sei tu: pensi che la competizione migliori qualsiasi cosa. Ma la competizione tra poveri a cui togli le risorse si chiama guerra tra i poveri e di solito non migliora un granché. Mi stanno aumentando le ore e non me le pagano; nel frattempo continuano a pompare soldi alla privata che in pratica non deve dimostrare niente allo Stato; e poi tu vieni a dirmi che sono mediocre perché non ho lo spirito di competizione. Io sono mediocre perché lavoro con persone che hanno grosse difficoltà: persone che nella scuola d'eccellenza non ci possono entrare. Ma studiare è un diritto anche per loro. Almeno finché è scritto sulla Costituzione: la cambiamo?

    Devi capire che le scuole che tengono i bambini poveri seduti su un banco polveroso per otto anni sono una risorsa di cui anche tu hai bisogno, e che anche tu devi finanziare con le tue tasse. A meno che tu non preferisca nei prossimi anni vivere in un Italia di analfabeti, ma probabilmente è così: a te interessa soltanto l'educazione dei tuoi figli, e pazienza se quelli degli altri sono analfabeti. Già così, sarebbe spiacevole: sembra che a scuola non ti abbiano insegnato nessun rispetto per lo Stato o per la collettività. Ma la cosa fantastica, è che non vuoi nemmeno pagare l'educazione dei tuoi figli coi soldi tuoi: no, vuoi i buoni dello Stato. Vuoi che io e che gli analfabeti paghino le tasse per mandare alla scuola di eccellenza i figli tuoi.

    Per favore, se vuoi continuare a discuterne, evita una serie di slogan (pugnetti alzati, bertinotti, occupazioni, spinelli...) Ormai abbiamo quarant'anni. Peraltro, non mi pare che tu sia meno statalista di me: soltanto che tu vuoi uno Stato che ti finanzi i tuoi lussi, e io continuo a dirti che lo Stato non se lo può permettere.

    RispondiElimina
  21. Credo di essere stato illuminato dai vostri commenti: chi non ama la vostra posizione in materia è un bifolco... Anzi, un bifolco ricco... Cazzo niente di peggio. Allora te lo dico io il bifolco che pensa: cje mando i miei figli alla scuola pubblica perchè li vorrei liberi dalle puttanate cattoliche che hanno propinato a me, ma purtroppo le tue colleghe romane scioperano un mese sì e l'altro pure e ogni mesetto piazzano jna riunone sindacale lamattina, sì sì proprio quando dovrei andare a lavorare... E lo sciopero lo fanno contro di me e i miei figli, non contro altri. Hanno una preparazione del cazzo, le tue colleghe, e mi tocca spesso ricordare loro che Grazia non è un testo di psicologia infantile. Eccola la scuola che proteggi contro le private... Che Sono un lusso solo per chi si scorda che il diritto è all'istruzione, non alla scuola. Ne ho piene le palle di cimiteri per elefanti mediocri, voglio una scuola che funzioni e che sostenga il livello di conoscenza necessario a creare lo sviluppo. E no, non voglio pagare per la rua necessità di sentirti eroe degli oppressi.

    RispondiElimina
  22. Hai notato che quando fai il bifolco dici più o meno le stesse cose di quando non lo fai? Cioè, in pratica abbiamo un signore istruito, classe dirigente, che può mettersi a pensare come un bifolco e non si nota la differenza. Ma non è mica un problema solo tuo: è la classe dirigente che ci troviamo. Per dire, la stessa semplice fallacia logica la commetti tu e la commette Adinolfi. Al netto di tutte le ideologie, mi spieghi come facciamo a erogare un servizio di lusso a tutti? Prova, fammi un prospetto, vediamo. Guarda che anche a me i cimiteri degli elefanti non piacciono, in primis il mio. Solo non capisco come si fa a riformare con le picconate: specie mentre trasferiscono un sacco di soldi alle scuole dei preti. Spiegamelo tu.

    Guarda che all'estero secondo me la gente del vostro livello non ce la fa a sostenere puttanate così. Neanche in un blog, neanche al banco del pub, cioè, c'è un limite minimo di decenza. Le maestre scioperano contro di te? Ce l'hanno con te? Cosa vuol dire? Secondo te rinunciano a giornate di stipendio per farti dispetto? Ma manda i tuoi figli alla privata, ripeto, non c'è problema. Sta' tranquillo che quelle maestre mica scioperano: in media sono meno formate e meno pagate di quelle pubbliche, ma se il rettore non rinnova loro il contratto sono a piedi, quindi sta' tranquillo che loro ti guarderanno i tuoi figli tutte le mattine che devi andare a lavorare (da quel che scrivi mi sembra di capire che ci vai una volta al mese). E vedrai che non trasformeranno i tuoi figli in cattolici, così come tu non sei cresciuto cattolico. Probabile che li cresceranno senza senso dello Stato, ma è evidente che non c'è bisogno di averlo, in Italia, per trovarsi una posizione.

    Poi, ripeto, mi sta anche bene un approccio destra storica: volete chiudere le scuole pubbliche? Ditelo. Quel che non riesco a capire sono i buoni scuola. Non volete ridistribuire le ricchezze però pretendete che da qualche parte lo Stato finanzi le vostre necessità. Boh. Mi sa che i cattolici ti hanno raggirato ben bene.

    RispondiElimina
  23. Eh lo so, che ci vuoi fare Leo, fortuna che ci sei tu.

    Nell'ordine ho capito che:
    - non ho senso dello Stato (fammi un disegno dello Stato quando lo trovi, io mi sono fermato all'Uomo Contro Lo Stato, ma è robaccia rispetto a quello che scrivi tu)

    - non so contare... sennò avrei capito che le mie tasse servono a pagare la scuola pubblica di un povero cristo... e io che credevo che poichè quella scuola non funziona affatto, servissero soloa pagare uno stipendio fasullo ad una debosciata che fa la maestra perchè manco le puntarelle al mercato riesce a piazzare. Keynes m'ha fregato.

    - lavoro poco (infatti lavori solo tu... God save the PIL) e quel poco non me lo merito: se solo mi confrontassi coi dirigenti degli altri paesi... intendi quelli che hanno fatto Stanford? Yale? Cambridge?

    - i miei figli sono già persi perchè non hanno un padre colto e intelligente (come te?), però hanno un padre che ha una posizione... cazzo, sarò mica raccomandato e non lo sapevo? Come scascaiola... ma no, non prendiamo in giro il Governo, dai, sennò il senso dell Stato poi dove ce lo mettiamo...

    Che campo a fare, Leo? Quasi quasi m'ammazzo così non disturbo il tuo arguto discettare sul fatto che la Scuola Pubblica è oscena ma che almeno i Privati crepino, ed i ricchi paghino doppio he tanto ce li hanno porco mondo (Bertinotti sta avendo un orgasmo... e bada che lui scherzava).

    Tranquillo comunque, la Scuola Pubblica mi sta benissimo aperta: fosse chiusa sarebbe troppo palese che è un bordello, tientelo.

    Ah, la "classe dirigente" era una gran battuta, un po' patetica, ma ideologicamente esagerata. Ha risvegliato l'orgoglio di tutti i proletari del mondo contro il Padrone. Me. Ilarità, ilarità.

    RispondiElimina
  24. Finita la polemica, io volevo solo far notare che fin quando non ci sarà la possibilità di mettere a confronto una scuola di qualità (nei contenuti e nelle strutture) con quella pubblica attuale italiana, non si cambierà la percezione che ne hanno gli elettori e, quindi, nessun Governo attuerà realmente politiche di investimento. Oggi abbiamo solo slogan ad ogni campagna elettorale, al massimo una riforma dell'esame di maturità.

    La competizione che intendevo era questa, e ritengo che i buoni-scuola siano un buon modo per forzare pragmaticamente la mano anche se, non ne dubito, socialmente sbagliati laddove vadano a diventare uno sconto per chi vuole pagare di meno la scuola privata... ma forse basterebbero delle barriere di reddito.

    Da ultimo, la Costituzione sancisce il diritto all'istruzione... che a me pare già negato nella situazione attuale, ergo mi meravigliavo che si volesse peggiorare la situazione togliendo risorse a qualcuno che - forse e dico forse - a quell'istruzione sta contribuendo...

    RispondiElimina
  25. Ogni lusso bisogna pagarselo. Tutto è lusso; a cominciare dall'essere al mondo [C. Pavese, Il mestiere di vivere,13.10.'38]

    RispondiElimina
  26. (Ci si dimentica spesso, o non si sa affatto, che nelle scuole private di solito gli insegnanti sono meno preparati, oltre che meno pagati - il che è tutto dire - che in quelle pubbliche. Sì, ok, Leonardo lo ha detto, ma io lo ripeto. Non lo si sa mai abbastanza.)

    RispondiElimina
  27. Bei liberali, con i soldi degli altri! :-p
    NelloF

    RispondiElimina
  28. ma non sarebbe MOLTO, MA MOLTO più intelligente comprare computer alla scuola e dopo, quando i bambini hanno bisogno di computer nuovi, passarli all'Agenzia delle Entrate? Tanto che cazzo ci devono fare con dei computer di ultima generazione all'Agenzia delle Entrate, trovarci gli evasori fiscali? (poi se invece di comperare una cacca di Microsoft per ogni macchina, si dessero un po' da fare per passare a Linux, magari con gli stessi soldi potremmo comperare computer nuovi a tutt'e due)

    RispondiElimina
  29. @Zoe - e con questa vinciamo il Bingo alla fiera dello stereotipo. Immagino sia esperienza personale, visti i risultati.

    RispondiElimina