martedì, marzo 17, 2009

Fascisti su Piste

Caro Cragno,
giusto due o tre righe, per dirti che quando scrivi

Questa è un’idea forte di sinistra (?), non cercare di farsi maggioranza scimmiottando la destra. Prima o poi qualcuno lo capirà.

Sei pessimista. Qualcuno lo ha già capito, più o meno intorno al 1917: si chiamava Benito Mussolini, ha fondato un partito, non si è preoccupato troppo di farsi maggioranza, ha governato per un po'. Anche lui era convinto che "Dio non esiste, punto": quand'era ancora un maestrino sfigato con poca voglia di lavorare girava per la Svizzera e l'Italia tenendo conferenze appunto sul concetto che "Dio non esiste". Si presentava, affermava che Dio non esisteva, tirava fuori un orologio; e se Dio non lo fulminava entro tot, questa era la prova provata che Dio non esisteva: Odifreddi, nasconditi.

Oltre a mettere una pietra sopra il tuo dibattito ottocentesco sulla dittatura delle maggioranze, questa vorrebbe anche essere una spiegazione del perché io perdo la parte migliore della mia vita intellettuale a studiare autori fascisti. Non è che mi piaccia. Per esempio da bambino leggevo solo Gianni Rodari, che è il materialismo storico applicato alla didattica. Sotto sotto non sono cambiato e continuo a voler leggere o scrivere solo favolette alla Rodari, ancorché per adulti (se quelli che vi sembrano in giro vi sembrano adulti).

Il mio romanzo preferito di Rodari è Cipollino, un ragazzo a forma di cipolla che diventa un rivoluzionario. All'inizio del romanzo suo padre viene arrestato a vita per aver pestato un piede per sbaglio a un pezzo grosso durante una manifestazione. Quando Cipollino va a visitarlo in cella, suo padre gli intima di andare a scuola; ma Cipollino è povero, non ha abbecedari. Fa lo stesso, gli dice il padre: girerai il mondo e studierai i bricconi. Questo farà Cipollino, questo decisi di fare anch'io.

Ora, è incredibile come questi bricconi, studiati da una certa distanza, sembrino così simili a noi. Il punto è che purtroppo è vero il viceversa: siamo noi, molto spesso, nelle cose che diciamo, a sembrare copie sbiadite dei bricconi che non abbiamo studiato abbastanza. Non so se studiare il fascismo sia un modo per non ripeterlo, ma cazzo, Cragno, di questi che partono anarcosindacalisti e finiscono autoritari non se ne può più. Magari è la tua strada, ma non illuderti di percorrerla in solitudine: dà almeno un'occhiata alle fosse tutt'intorno.

39 commenti:

  1. 1. Cipollino l'ho letto anch'io, grazie. I bricconi non li studiate solo voi filo-marxisti e filo i-pd a correnti alternate di realismo. Anche un po' di storia ho letto e ti garantisco che Mussolini è l'esatto contrario dell'individualismo più o meno propugnato nei miei post sulle maggioranze. Ma proprio l'esatto.

    2. l'accusa di antimodernità e di dibattito ottocentesco mi fa scompisciare. i dibattiti non sono ottocenteschi, novecenteschi o duemilleschi. i dibattiti sono le idee messe sul tavolo e le idee sono giuste, sbagliate, superficiali o profonde o tante altre cose ma non vecchie o fuori moda. o meglio: sappiamo tutti che esistono idee alla moda e idee fuori moda ma questo è indice di cattiva qualità dei partecipanti al dibattito.
    se vuoi parlare della collezione i-pod primavera-estate 2009 telefona a luca sofri che siete moderni e ultra-cool.

    3. Un dettaglio, il solito: Mussolini non era anarcosindacalista, non lo è mai stato. E' stato sindacalista rivoluzionario, che è diverso. Magari poco (per te) ma è diverso.
    Lo sai benissimo, l'hai già riconosciuto in qualche vecchio commento di qualche vecchio post. E allora perchè questo eterno ritorno?

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  2. 1. Tu sei l'esatto contrario di Mussolini, lo so, ma se per questo anche Mussolini lo era, e allora? Il problema è questo: devi accettare di essere il contrario di quello che sei.

    2. "i dibattiti non sono ottocenteschi, novecenteschi o duemilleschi"...
    sette righe dopo:
    "Mussolini non era anarcosindacalista, non lo è mai stato. E' stato sindacalista rivoluzionario, che è diverso."

    I dibattiti seri in effetti non hanno età: ma queste questioni di lana caprina hanno tutta l'età che dimostrano.

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  3. Beh, Hitler era vegetariano, quindi i vegetariani sono tutti nazisti.

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  4. Appunto, smettetela di darvi del fascista a vicenda. Magari avete ragione tutt'e due.

    tibi

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  5. caro leonardo, io la storia non l'ho studiata abbastanza, per cui mi sfuggono al momento questi esempi di anarchia autoritaria.

    nei commenti al post di cragno parlano tutti di idee liberali; tanto che volevo fare il pedante e dire che libertario non c'entra niente con liberale; leggendo leonardo, però, mi si sono aperti gli occhi, e ho capito che dal dire padroni di niente e servi di nessuno al fare il passo dell'oca è un lampo, uno manco finisce di cantare nostra patria è il mondo intero che già è autarchico al cento per cento.

    che poi se uno è individualista, sicuramente vuole tutti vestiti uguali ad ascoltare a braccio teso uno che spara cazzate da un balcone, ovvio.

    ora capisco perché ci son sempre quelli pronti a buttar giù un anarchico dalla finestra: mica sono cattivi, lo fanno per noi, per difenderci dalla dittatura anarchica.

    (che faccio, lo dico che mussolini era interventista già nel '14, e che quindi aveva dimostrato la brama di banchettare coi resti degli operai morti ammazzati un po' prima di quando dice leonardo?)

    giorgian

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  6. reintervengo e me ne scuso, ma proprio dimenticavo: dopo "occhio che a non credere in dio si finisce col volere la clonazione e i bambini geneticamente modificati", ora c'è "occhio che a essere anarchici si diventa fascisti". attendo con trepidazione la prossima perla di saggezza.

    giorgian

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  7. Gli individualisti o gli anarcoinvidualisti si
    dimenticano che la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni.
    Eppure dovrebbero saperlo che il pensiero individualista è un piccolo frammento dell'ancor
    più piccolo frammento che è la cultura occidentale.
    E per quanto ne sanno gli africani, ha già fatto molti danni. Ubunto.

    Ciao ciao

    Giuliano

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  8. Già, abbasso la cultura occidentale. Anzi, abbasso l'umanità intera. La vita sulla Terra, che idea borghese!

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  9. Quando passerà di moda
    il fardello dell'uomo bianco?

    Giuliano

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  10. Mah, secondo me siete ancora in quella fase infantile dell'individualismo dove cercate di spiegare agli altri che devono essere individualisti come voi. Che se ci pensate bene è una contraddizione in termini: siate individualisti maturi e fottetevene.

    Poi arriva la fase in cui cominciate a capire che il vero individualismo è quello che non se ne fotte degli altri, ma fotte gli altri: più o meno Mussolini '17 (nel '14 le cose erano un po' diverse). Se ti va bene, appunto, li metti tutti sotto un balcone, e quello è l'individualismo vero. Poi naturalmente invecchi, continui a crederti un gran drittone ma perdi di vista il senso delle cose, dichiari guerre a random, ti fanno fuori. E poi almeno per una generazione appare chiaro che affidare tutto all'Individuo non è la soluzione migliore.

    E' per questo che ribadisco: questo dibattito è proto900esco come minimo. Se volete proporre soluzioni alternative al parlamentarismo (che in effetti è cosa vecchia), ok. Ma il temino sulla maggioranza che opprime le minoranze mi sembra veramente roba da Giovanni Papini, un piacevole diversivo per vecchietti sulle panchine: "ehi, lo sai che non ci sono più mezze stagioni?" "Sì, e inoltre la maggioranza opprime le minoranze".

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  11. Letterariamente non so, ma politicamente sì, hai sprecato il tuo tempo a studiare il fascismo, perché mi sa che non ci hai capito un piffero.
    Trattasi di ideologia collettivista, altro che individualismo; come il socialismo, del resto.
    Al massimo, si esalta UN individuo, il Grande Leader che personifica lo Stato-Partito a cui gli altri individui sono subordinati: sono milioni di baionette, o braccia per realizzare il piano quinquennale, ma singolarmente fungibili e sacrificabili.
    Viceversa, l'individualismo liberale (vedi costituzione americana, che è addirittura settecentesca ma ben si guardano dal rottamare) vede lo Stato al servizio dell'individuo.

    tibi

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  12. Guarda Leo, che nessuno ti vuole convertire, né all'ateismo né all'individualismo. Ma se permetti sentirsi dare dei fascisti in potenza, oltre che erroneo, è un attimo offensivo. Forse oltre che studiare il fascismo, che poi lo vedi dappertutto, dovresti ampliare un po' il tuo sguardo.

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  13. Sì, grazie, so che il fascismo era collettivista con annesso culto della personalità. So anche che l'ha fondato un individualista che da giovane faceva gli stessi discorsi che fate voi. Precisi identici, e anche un po' banali. Era questo che cercavo di spiegare.

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  14. Secondo me sei nella fase in cui spari cazzate random ma nessuno ti farà fuori

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  15. "Se volete proporre soluzioni alternative al parlamentarismo (che in effetti è cosa vecchia), ok. "

    Democrazia diretta. Ora i mezzi ci sono. Parlamento di 100 individui eletti col proporzionale per scrivere le direttive di governo, votazione diretta delle direttive da parte del popolo. Una rete TV di stato devoluta esclusivamente al dibattito sul governo.

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  16. è più offensivo "banale" di "fascista"

    mario

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  17. Scudy, la tua proposta presupporrebbe una polis sufficientemente informata, consapevole e coesa.
    Nei fatti, risulterebbe un'assemblea di condominio moltiplicata per svariati ordini di grandezza.
    Nei fatti, non funziona (piu') neppure coi referendum.
    Ritenta, sarai piu' fortunato (forse).

    tibi

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  18. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  19. Ciao tibi,
    Io so che c'e' tanta gente che si fida del principio per cui le "masse" non sono in grado di prendere decisioni se non adeguatamente guidate.

    Non mi sento neanche di escluderlo, in linea di principio, che sia cosi'. Credo pero' che alla forma piu' pulita e chiara di democrazia (quella diretta) sia necessario dare una chance, proprio adesso che nel mondo alcuni paesi hanno gli strumenti tecnici per considerare una ipotesi di questo tipo.

    La tua tanto temuta assemblea di condominio non rispecchia in nessun modo la mia proposta. Non si tratta infatti di avere un parlamento virtuale su internet, ma un numero di proposte scritte da rappresentanti (un po' come dai parlamentari di oggi, ma di meno e proporzionalmente eletti) e poi votate (non discusse) dalla popolazione.

    Probabilmente basterebbe una tornata di voto elettronico al mese (accorpando le maggiori decisioni sulle linee guida da adottare a livello legislativo) e non dovendo fare la coda, non si rinuncerebbe neppure alla scampagnata di pasquetta.

    Non credo che presupponga una polis piu' informata di quanto non sia ora. Piuttosto, la gente sarebbe stavolta pienamente responsabilizzata rispetto al governo e alla legislazione, e verrebbe scacciato via l'atavico vizio italico di dare la colpa dei mali comuni al governo e al parlamento.

    Difatti... sono fiducioso che nel lungo termine la gente (usando questo metodo) diverrebbe un po' piu' responsabile, non avendo altri che se stessa cui dare la colpa. Adesso si puo' sempre autoassolversi dicendo che "tanto sono tutti uguali" oppure non informandosi di cosa i propri rappresentati combinino in parlamento.

    Andrea

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  20. La mia non è un'obiezione di principio (anzi: sarebbe meglio, in linea di principio, decidere in prima persona anziché delegare), ma pragmatica: se non convinci a votare neppure metà della gente su questioncelle non da poco come la procreazione (non credo che gli astenuti consapevoli fossero la maggioranza), pensi di farlo su _tutte_ le leggi (sia pure via internet, ammesso che tutti lo usino e si fidino)?
    Bisognerebbe cambiare troppe cose, a cominciare dalla leggibilità (e quindi giudicabilità) dei testi legislativi, che comunque, quando entrano nello specifico, sarebbero di difficile interpretazione per i più.
    Tu però sei fiducioso nel lungo termine. A parte che il trend attuale non mi pare vada verso un miglioramento generale dei requisiti di cittadinanza, nel lungo periodo lo sappiamo tutti e due cosa succede, no?
    Nel breve, io mi accontenterei dell'uninominale secca, con assoluta trasparenza su presenze e votazioni degli eletti: abolizione dello scrutinio segreto in parlamento, presentazione obbligatoria di un impegno su punti programmatici qualificanti da parte dei candidati, da confrontare poi appunto con il comportamento effettivo in sede di votazione.

    tibi

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  21. Sommessamente osservo che non si tratta di proporre alternative al parlamentarismo ma di riconoscere che la democrazia non si esaurisce nel diritto di andare o non andare a votare per una pluralità di partiti (e questo lo sa ogni costituente). Uno degli aspetti complementari al parlamentarismo è ad esempio la sussidiarietà, sulla quale già una volta ho detto, e che mi pare non piaccia a Leonardo perché la considera una maniera elegante di svendere pezzi di cosa pubblica al privato, e che invece secondo me è capacità della società di autoorganizzarsi (il che non ha niente a che fare con l'individualismo o l'anarchismo ma molto a che fare con i diritti degli individui).

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  22. tibi, temo che le difficolta' pratiche si possano superare. Che ci sia chi non si interessa e' un fatto e resta. E da un certo punto di vista, non mi interessa. Chi non ha interesse a determinare la gestione delle cose che lo riguardano, e' persino bene che ne stia lontano.

    Cercavo di spiegare che no vorrei una cosa simile su tutte le leggi, neppure su poche, ma sulle Linee Guida che devono determinare le leggi. Cerco di spiegarmi con un esempio pratico (sovrasemplifico per brevita'):

    Gli immigrati extracomunitari per risiedere nel territorio italiano devono:
    - avere un lavoro al momento dell'arrivo (modello Australia)
    - avere un lavoro al momento dell'arrivo (modello Australia) con un tetto di 20.000 arrivi l'anno e poi frontiere chiuse
    - essere registrati e impegnarsi a trovare un lavoro entro 6 mesi o essere espulsi
    - avere solo una fedina penale pulita
    - avere solo una fedina pulita anche per i reati civili
    - non avere restrizioni

    O qualunque opzione immessa da uno dei (100?) parlamentari. La maggioranza relativa vince (relativa!!!).

    Per la fiducia, sono certo che si possa creare un sistema che dia altrettante certezze di quello "fisico" di recarsi alle urne (anche quello ha i suoi" bug", gia' ben sfruttati).

    Io credo fortemente che un sistema simile (non necessariamente uguale) abbia diritto a una chance.

    @Uovo: scusami sono ignorante... di che cosa parli? (seriamente)

    Andrea

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  23. Scudy, piu' me lo spieghi e piu' mi sembra che il tuo sistema consista nel conferire dignita' istituzionale ai sondaggi d'opinione.
    Non sono sicuro di volergli dare una chance, ma facciamo che gliela diamo.
    Facciamo anche che il sistema preveda un voto elettronico agevole e sicuro, a prova di brogli.
    Facciamo che io vengo eletto in questo nuovo parlamento. Oppure, visto che l'ideale e' la democrazia diretta e sarebbe quindi un controsenso vietare le leggi d'iniziativa popolare, facciamo che raccolgo su www punto democraziadiretta punto it un congruo numero di firme elettroniche autenticate sulla seguente proposta:

    "Per i reati di:
    -stupro;
    -pedofilia;
    -omicidio alla guida in stato di ebbrezza;
    la pena consiste nella pubblica lapidazione, eseguita da volontari estratti a sorte da un elenco di cittadini incensurati, cui sara' richiesto un contributo di Euro 1,00 per ogni partecipazione all'estrazione e di Euro 10,00 per ogni sampietrino lanciato, da devolversi alle vittime o ai loto familiari."

    Dici che non raccolgo la maggioranza relativa?
    Hai ragione: mi sa che se il vento mediatico spira nella direzione giusta, posso aspirare a quella assoluta.

    tibi

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  24. Dai, fate la pace... :-(

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  25. "Dici che non raccolgo la maggioranza relativa?"

    Secondo me non raccogli neppure il 10%.
    Magari mi sbaglio (spero di no pero').
    Una domanda mi sorge... quindi secondo te il parlamento serve in realta' a tenere il potere lontano dal popolo? Cioe' se la maggioranza assoluta volesse (diocenescampi) una cosa simile... il dovere del Parlamento e' di tenere lontana la maggioranza dalla realizzazione della sua volonta'?

    Cosa impedisce a una maggioranza parlamentare di fare lo stesso qualora avesse i numeri?
    E se esistono delle garanzie, le stesse non possono valere per le direttive indicate dal popolo invece che dal parlamento?

    Andrea (Andrea, per favore, no Scudy)

    Andrea

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  26. Dai facciamo la pace :D

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  27. Andrea (mica ti chiamavo Scudy per dispetto), saro' cinico ma secondo me non si devono mai sopravvalutare le persone, soprattutto quando agiscono collettivamente.
    Nel merito, il livello d'informazione del cittadino medio su una marea di argomenti (pensa solo alla politica estera, per esempio) e' - fidati - alquanto bassino.
    Il non dover neppure scomodarsi ad uscire di casa e presentarsi col documento a mettere una croce su una scheda, oltretutto, potrebbe generare l'effetto opposto al tuo auspicio (chi non e' abbastanza motivato, se non si esprime pazienza, anzi meglio): l'effetto sondaggio, appunto. Voto su quello che m'attizza perche' la TV in quel periodo ne parla e ne parla in un modo che m'attizza: voto con la pancia, insomma. Tanto chemmefrega di mostrarmi maturo e responsabile? Mica devo farmi rieleggere, io.
    Anzi, gli stessi eletti potrebbero essere tentati a fare le proposte piu' demagogiche per raccogliere piu' voti e popolarita' (ed essere poi rieletti); ci hai pensato?
    E se si fa una tornata di voti ogni mese, cosa impedisce che il mese prossimo il voto popolare rovesci quanto approvato il mese prima, cosa che avviene comunemente coi sondaggi?

    tibi

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  28. Tra i vari commenti ce ne uno che potrebbe intitolarsi "democrazia televisiva": vi prego, ditemi che non c'è veramente gente che la pensa così!!!

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  29. ciao tibi
    quasi tutte buone osservazioni.
    Ti rispondo con ordine. Tu pero' prometti di rispondere alla domanda che ti ho fatto io: secondo te il parlamento serve in realta' a tenere il potere lontano dal popolo?

    "saro' cinico ma secondo me non si devono mai sopravvalutare le persone, soprattutto quando agiscono collettivamente."
    Eh, ma qui torniamo alla mia domanda di prima. Se non ci fidiamo che le persone siano in grado di decidere per se', che senso ha farle votare? Non e' meglio una bella monarchia? Questa e' una domanda molto base, che pero' ci fa capire di che si sta parlando.

    "Il non dover neppure scomodarsi [...] voto con la pancia"
    Eh ma qui posso farti ben due appunti. Uno e' che la comunicazione e' troppo fondamentale per pensare che il modo in cui le notizie passano in Italia sia "normale". Insomma precludersi un esercizio di democrazia proprio perche' il nostro sistema politico attuale (quello che si vorrebbe sostituire) non e' stato in grado di risolvere la contraddizione mediatico-politica rappresentata da Berlusconi, mi sembra parlare del gatto che si morde la code. Il secondo e' che in realta' il popolo quando chiamato a quesiti referendari si e' quasi sempre espresso con grande maturita'. E poi non dirmi che i partiti di governo non hanno lo stesso problema che tu imputi alla volonta' popolare... insomma, basta guardare ronde e immigrazione... mi sa che la decisione di "pancia" non e' un'esclusiva del "volgo".

    "E se si fa una tornata di voti ogni mese, cosa impedisce che il mese prossimo il voto popolare rovesci quanto approvato il mese prima, cosa che avviene comunemente coi sondaggi?"
    Beh questa e' proprio una cosa tecnica. Basta indicare una durata temporale minima per l'applicazione di una direttiva votata (es. 2 o magari 4 anni) stabilita per legge.

    Un appunto ad anonimo che parla di "democrazia televisiva"... se parla dei miei post magari puo' degnarsi di esprimere un pensiero piu' articolato e discuterlo.

    Andrea

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  30. Questo discorso è inutile e po' ridicolo, mi sembra. E' evidente che la soluzione perfetta sarebbe l'anarchia, in cui le regole non servono (non sono abolite, proprio non servono!). Essendo che come umanità avremo si e no 5 anni, le regole ci servono, eccome! Ora ci sono due tipi di regole... le troppo e le troppo poco! Il trovare la giusta commistione è un processo in divenire, probabilmente al limite (ci si avvicina senza mai raggiungerlo.. magari oscillandoci intorno.. adesso ci stiamo allontanando.. ehehe). Troppo, troppo poco, troppo, troppo poco..

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  31. "Se non ci fidiamo che le persone siano in grado di decidere per se', che senso ha farle votare? Non e' meglio una bella monarchia?"

    Mah, è da un 2500 anni circa che se ne discute. Direi che ci sono due ordini di problemi:
    -Efficienza decisionale: da questo punto di vista, meno si è a comandare meglio è. Ma le società moderne sono in ogni caso troppo complesse per essere gestite da una o poche persone. Inoltre, per evitare dispotismi, il potere dev'essere soggetto a controlli e contrappesi. Solo che se tutti possono decidere in qualsiasi momento su tutto, si possono formare maggioranze variabili ad ogni nuova votazione, mentre invece all'interno dei partiti e dei gruppi parlamentari una certa disciplina c'è. Quindi, anche se vietassi di rivotare troppo spesso sulle stesse materie, verrebbe comunque a mancare un'unitarietà d'indirizzo.
    -Selezione dei più adatti a governare: sicuramente da escludere l'ereditarietà, che non garantisce alcuna credenziale (basta vedere che branco di debosciati sono i Savoia attuali, rispetto ai condottieri di un tempo). Si potrebbe escogitare qualche criterio più efficiente, ma c'è sempre il rischio dell'arbitrio oligarchico. Se si stabilisce che tutti gli esseri umani hanno gli stessi diritti fondamentali, allora tutti i cittadini di uno stato devono poter votare, non se ne esce.
    Posso citare il mio amico Winston: la democrazia è il peggior sistema politico, tranne tutti gli altri.
    Nella situazione politica E mediatica italiana attuale, il tuo sistema IMO fornirebbe a chi controlla i media l'architettura istituzionale ideale per governare a colpi di campagne d'opinione ben orchestrate, più e peggio di quanto già non succeda, visto che ogni decisione verrebbe 'unta' dal consenso popolare diretto.
    E' il gatto che si morde la coda? Può darsi, ma visto che esiste, ignorarlo vuol dire buttargli in bocca 60mln di sorci. O no?

    tibi

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  32. tibi, comincio ad essere irritato perchè non rispondi alla mia domanda base, la riporto per la terza volta: secondo te il parlamento serve in realta' a tenere il potere lontano dal popolo?

    Una volta appurata la risposta possiamo anche parlare del resto.

    Andrea

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  33. Ti ho risposto in modo articolato: 'democrazia diretta', nel contesto socioculturale attuale - e in quello italiano in particolare - significherebbe governo dei sondaggi o delle swinging masses, la versione postmoderna di 'volete Gesù o Barabba'?
    Volete la zona verde o parcheggiare col SUV sul selciato del duomo?
    E in TV, volete tette&culi o Pirandello?
    Che poi, già ai tempi di Shakespeare le esecuzioni facevano più audience del teatro, non ti credere.
    Se questo per te vuol dire che "il parlamento serve in realta' a tenere il potere lontano dal popolo" be my guest: se serve a farti passare l'irritazione, puoi darmi anche dell'autocrate - e io poi ti do del demagogo, ciccabua.

    tibi

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  34. Ciao tibi.
    Oh sara' che sono strano, o stupuido, ma a me pareva piu semplice dire semplicemente "si".

    Il fatto che dunque i nostri obiettivi fondamentali siano cosi' diversi rende il dialogo particolarmente difficoltoso. Non so quanto potremmo mai concludere d'accordo, partendo da presupposti tanto antitetici.

    Per te (se capisco bene) infatti il governo deve prescindere dalla volonta' popolare per perseguire un "bene" che e' individuato e stabilito da un'elite politica. Io sono convinto che invece un popolo ha il diritto di scegilere per se stesso, che scelga per il meglio o per il peggio. Il diritto, insomma, viene prima del buon governo.

    Poi se vuoi puntuallizzare che la gentione attuale dei media e'da terzo mondo, mi trovi d'accordo, pero' io non userei questo come un ostacolo per rallentare un processo di democrazia diretta. Piuttosto, userei l'obiettivo di otterenere una democrazia diretta come una leva per migliorare la gestione dei media.

    Lascia che ti faccia un'ultima domanda:
    In una situazione di (perfetta) indipendenza totale dei mezzi di comunicazione, manterresti la tua idea oppure credi che la democrazia diretta sarebbe un sistema politico migliore?

    Andrea

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  35. "Per te (se capisco bene) infatti il governo deve prescindere dalla volonta' popolare per perseguire un "bene" che e' individuato e stabilito da un'elite politica."
    Non mi far dire quel che non ho detto. Del resto. e' abbastanza ovvio che, se i legislatori/governanti sono espressione della volonta' popolare:
    1) non possono essere molto migliori o peggiori del popolo che li ha scelti;
    2) i nostri 'obiettivi fondamentali' non sono cosi' fondamentalmente diversi, cambiano le strategie per realizzarli.
    Ecco allora che gli eletti non perseguono (o non dovrebbero perseguire) obiettivi propri tranne quello della rielezione, che dipende da quanto fedelmente avranno espresso la volonta' popolare: sono un mezzo e non un fine, ne' un potere indipendente dal popolo - e men che meno sovraordinato.
    Perche' non lasciar fare direttamente al popolo, allora? Perche', come ti ho gia' spiegato, la psicologia delle masse ha dei meccanismi piu' 'di pancia' rispetto ad un'assemblea che ha un protocollo ben preciso da seguire e non puo' limitarsi a pigiare un pulsante cosi', per vedere di nascosto l'effetto che fa, fregandosene delle conseguenze. Piu' che per "tenere il potere lontano dal popolo" serve da camera di compensazione, oltre che da organismo decisionale maggiormente specializzato ed efficiente rispetto all'Uomo della Strada.
    Che rimane il monarca anche per me, sia chiaro, per quanto a volte questo cozzi con le mie sensibilita' e i miei obiettivi, che non sempre coincidono con quelli della maggioranza: quando accade, pero', ne prendo atto, non ritengo certo di essere investito di una legittimita' superiore.

    All'ultima domanda ti sei gia' risposto da solo. NON viviamo nel migliore dei mondi possibili e non e' mio obiettivo realizzarlo (al massimo fargli fare meno schifo), anche perche' chi ci ha provato di solito ha realizzato l'inferno in terra.
    Io - e questa si' e' una differenza fondamentale da te - non prescindo mai dalla situazione concreta e dal materiale umano con cui ho a che fare: per cui, qui ed ora, "l'obiettivo di ottenere una democrazia diretta" NON funzionerebbe "come una leva per migliorare la gestione dei media" ma, al contrario, renderebbe piu' facile la gestione della democrazia da parte dei media.
    A meno che tu invece non sia dell'avviso che, se la realta' contraddice la teoria, e' la realta' che e' sbagliata.

    tibi

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  36. Un'altra opzione è ammazzare il popolo sovrano di noia, e ce l'avete quasi fatta.

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  37. Risolvici tu i dilemmi istituzionali con qualche brillante e simpatica trovata, o Vate.

    tibi

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  38. leonardo, qui ti voglio, un'iniezione di noia - una rieducazione alla noia sarebbe salutare alle menti sovraeccitate dei sovraconsumatori.
    chapeau.

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