domenica, dicembre 21, 2008

Cosa racconteremo ai figli che non avremo

A volte cerco di immaginarmi cosa avrebbe pensato Mozart dei Pixies.
Probabilmente nulla: il suo senso dell'udito, geniale ma pur sempre storicamente determinato, avrebbe identificato le distorsione come “rumore”, e non avrebbe distinto una canzone dall'altra. Forse. E forse no. Tutto quello che mi viene in mente è lo choc culturale che provai quando il mio prof di musica mi prestò una cassettina del Dylan acustico. È musica, questa? E potrò mai capirci qualcosa?

Voi non sapete che angoscia sia. L'avete vista soltanto sulle facce dei vostri genitori, quando sparavate techno a buco in cameretta, o ai nonni che non capivano il rock'n'roll. Ma credevate di poter essere giovani per sempre? Verrà anche per voi il momento in cui sentirete solo un fischio, un urlo, un'esplosione, cosa sta succedendo? E uno stronzetto verrà a dirvi Nonno, ma come, è la mia band preferita. Maledetti posteri, hanno sempre ragione loro.

Io per esempio ieri sera sono andato a vedere Le Luci Della Centrale Elettrica. Seconda volta che ci andavo, ma continuo a non capire. Ecco, se io fossi stato un discografico e Le Luci fossero venute da me, gli avrei riso in faccia, come il tizio della Decca coi Beatles. E mi sarei pentito atrocemente, perché adesso Le Luci va in tv, vince il premio Tenco, riempie sale sempre più capienti, e le ragazzine in prima fila sanno le canzoni a memoria. E hanno ragione loro. Le ragazze che imparano i testi a memoria hanno sempre ragione.

Io non ci capisco niente, mi distraggo come alla predica in chiesa. Non riesco neanche bene a distinguere quando finisce una canzone e comincia l'altra. Ogni tanto una frase più lapidaria delle altre mi riscuote, ma ho la sensazione che siano tutte frasi lapidarie, centinaia di versi lapidari, una specie di contraddizione in termini secondo me, ma le ragazzine mi danno torto. Comunque, sintetizzando, di cosa parla? Sembra che sia uscito a prendere le sigarette ma i distributori non funzionavano, allora ha provato un po' più avanti, ma non funzionavano nemmeno là, e quindi ancora più in là, e così per sempre, il fantasma del ferrarese volante che gira su una macchina a recriminare quando basterebbe un distributore funzionante per tranquillizzarlo. Io non fumo e queste angosce non le posso capire, finisco seduto in fondo alla sala con Glauco.

Glauco dice che nelle sue canzoni ci sono centinaia di rimandi a un certo tipo di cultura che noi abbiamo (i Cccp, Pazienza, l'esercito del surf) e i ragazzini no. Quindi dovrebbe piacere a noi? No, noi ci annoiamo, appunto, perché queste cose le abbiamo digerite, mentre i ragazzini vengono investiti da una massa di input misteriosi, come noi davanti ai primi cartoni animati giapponesi che in effetti i nostri genitori non sono mai riusciti a capire.

E quindi è inutile che mi lamento, non ci si può lamentare d'invecchiare; se neanche Mozart capiva Debaser, chi sono io per pretendere di capire Le Luci Della Centrale Elettrica? In Italia oggi c'è un giovane artista che scrive migliaia di versi lapidari e le ragazze li imparano a memoria, e ho anche il coraggio di lamentarmi?

33 commenti:

  1. (questo è tipo il post più bello dell'anno - o almeno del mese)

    (e a me Brondi piace, per dire, e nemmeno poco, per dire.)

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  2. bello, claudio lolli che canta testi di elio

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  3. Secondo me, le ragazzine lo amano per quel verso di "Piromani" in cui dice "Con me non devi essere niente".
    Io vorrei farmelo tatuare da qualche parte. Non c'è migliore definizione dell'amore.

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  4. Nonostante io sia quasi ottuagenario, con Le luci non mi annoio affatto. Non credo sia una questione generazionale.

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  5. i versi lapidari sono molto più facili a scuotere. è un buon trucco non trovare le sigarette.

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  6. Mmm questo post rispecchia esattamente i miei pensieri quando mi trovo ad ascoltare Le Luci della Centrale Elettrica. Faccio fatica, tanta.

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  7. Balle (enormi bolscioiballe).
    La zia Mimi schifava gli idoli di John perchè era una reazionaria.
    Lo zio Giorgio schifa questa roba perchè questa roba è una spina media di diarrea.

    Lo zio Giorgio

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  8. Sarà... ma a me il tizio ferrarese mi sembra un emule (ventanno dopo) delle robe CCCP...
    Le case discografiche ci avranno visto di sicuro un'altro guadagno da revival... staremo a vedere tra dieci anni.

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  9. Le ragazze che imparano i testi ha memoria non hanno sempre ragione. Al contrario. Ma sono un mercato eccezionale, e l'industria lo sa. Parliamone.

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  10. "Sembra che sia uscito a prendere le sigarette ma i distributori non funzionavano, allora ha provato un po' più avanti, ma non funzionavano nemmeno là, e quindi ancora più in là, e così per sempre, il fantasma del ferrarese volante che gira su una macchina a recriminare quando basterebbe un distributore funzionante per tranquillizzarlo"

    ma quanto, quanto, quanto sei un genio

    (io non ho mai capito i cartoni giappi, figuriamoci)

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  11. Anche Debaser, però, partiva da Luis Bunuel, mica scherzi.

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  12. Ecco. Io non ci avevo ancora provato ad elaborare quello che penso su Brondi/cosa sento quando lo ascolto.
    A dire il vero non ci sono ancora arrivata, sia perché l'ho ascoltato poco, sia perché sto sempre lì in bilico tra una certa ammirazione e un sonoro vaffanculo.
    Io sono più vicina ai quaranta che ai trenta. Molto, ma molto lontana dai suoi venti-qualcos'anni. Ecco, forse sono d'accordo con te.

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  13. le ragazzine imparano anche i testi dei tokio hotel.che sono in inglese ed è più difficile.cmq non bisogna badare troppo al testo..cioè non troppo..più alla musica..e la musica di brondi a me fa proprio cagare.

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  14. No scusa, il pezzo è divertente e certamente ironico (spero in tutto) ma che se le ragazzine imparano a memoria delle parole vada tutto bene! le ragazzine imparano a memoria pure Tiziano Ferro e allora? rimarrà nella storia? non ha importanza quale moda ci sia o quanto duri, il tempo sarà il vero giudice.

    Se ancora oggi i ragazzi quando incominciano a mettere un po' di sale in testa gli viene i brividi a sentire i Pink Floyd, un motivo ci sarà?

    Poi anche io mi ritrovo ad ascoltare cose che non centrano niente, ma questo non vuol dire che penso rimarranno nella storia.

    Se tra 50 anni non si ascolterà più beethoven e non credo, vuol dire non meritava oppure che di musica non si capisce piùuna mazza? ;-)

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  15. Questo post mi piace un casino e vorrei pubblicare un altro romanzo sulla musica solo per confutarlo. Confutarlo, ho detto? Ops...sì. Confutarlo. Non perché io vada pazzo per le Luci, anzi, condivido in pieno il giudizio sulle frasi lapidarie (molte sue canzoni suonano come "Angoscia metropolitana" di Lolli all'ennesima potenza). Semmai non vedo una grandissima affinità con i Cccp/Csi, ma queste sono finezze. No, il punto è un altro, ed è la questione generazionale. Mi spiego: nei miei 14 anni - vissuti nel 1979 - non ascoltavo solo quello che usciva all'epoca: no, ascoltavo, con molto piacere, i Velvet Underground, gli Who e il Dylan acustico (e senza fratelli maggiori a farmi da guida). Ero contento così, mi piaceva così, mi piaceva non cascare dal pero quando poi ascoltavo i Clash, gli Smiths o Jesus&Mary Chain. Intuivo che la new wave, tanto per dire, era parte di qualcos'altro. Che c'era una continuità, un passarsi il testimone. Che molti artisti nuovi erano preda della "angoscia dell'influenza", come l'avrebbe chiamata Bloom. Lo stesso vale per quello che ascolto oggi. E' una vita che sento dire che il rock è musica generazionale, che lo puoi capire a 20 anni e a 25 per certe cose sei già troppo vecchio. Lo cantava anche Pete Townsend, no? Eppure è diventato vecchio pure lui, e continua a suonare "My generation". Io sono con quelli che detestano chi bolla una canzone dicendo: "E' vecchia". Puoi argomentare che è una cagata, e mi sta bene. Ma non ridurre tutto a una questione di anni di uscita, di sonorità più o meno alla moda, di tecnologie ecc. Insomma, io credo che il rock non sia effimero. Che certa musica - sottolineo "certa" - sia come un libro di Hemingway, Joyce, Doris Lessing: diremmo che è letteratura "vecchia"? Non so, forse un giorno quando sarò all'ospizio sentirò anch'io quel botto e quei ragli e penserò "Oddio, cos'è?", perché mi sarò dimenticato come suonavano i Pere Ubu. Ma spero mi rimarrà sempre la curiosità di andare a riascoltare quel rumore per cercare - se non di farmelo piacere - almeno di capirlo.

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  16. visto ieri sera a Lucca, finora l'avevo bellamente snobbato e dopo il concerto avrei continuato a farlo, ma un po' di curiosità mi ha spinto ad ascoltarlo su disco; qui le cose cambiano e confesso che è stata una piacevole sorpresa. Per dire, io sottoscrivo tutto il post ma cerco di combattere il rincoglionimento conservatore della vecchiaia, o almeno ci provo.

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  17. Punto primo, sono un ragazzo e anche io conosco i pezzi del grande brondi a memoria, punto secondo, anche io sono dell'84 come lui (mitica annata quella), punto terzo, penso che LLDCE sia un talento sconfinato, punto quarto dateci un taglio con questi rimandi alla musica della vostra generazione, che noia, punto quinto, siamo l'esercito del sert noi che per ammazzare il tempo ci siamo sconvolti.

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  18. Le Luci Della Centrale Elettrica, è evidente, non scopre nulla di nuovo. Il lo-fi, la rabbia metropolitana, la dolcezza e la ruvidezza che potrebbero appartenere ad un resuscitato Rino Gaetano...ok, carino, ma il genio dove sta? Forse nel furbo, ripetuto, nauseante ammiccare al fumo ed alle "sere a strafarsi", così come i Prozac+ facevano con droga e pasticche? Mah.
    C'è gente che fa simili cose, ma nessuno se li fila perchè privi dello stesso battage mediatico, e fors'anche degli stessi preziosi agganci "nel giro giusto" (mai sentito parlare, chessò, dei 100 Motels?); qualcuno mi saprebbe spiegare perchè le riviste di settore non dedicano a loro le copertine che dedicano al Brondi? Semplice: perchè sanno cosa potrebbe funzionare e cosa no. Perchè sanno quale hype, quale trend, quale moda, quale fenomeno far partire. Quello che non sanno, che non possono sapere, è ciò che TU vorresti davvero ascoltare.
    Assolutamente d'accordo, perciò, con il commento di Domiziano Galia: "Le ragazze che imparano i testi a memoria non hanno sempre ragione. Al contrario. Ma sono un mercato eccezionale, e l'industria lo sa". E sa cosa proporre loro, e cosa no. E loro abboccano sempre.
    Bello sarebbe che, una volta abboccato all'amo, avessero poi però quantomeno anche il coraggio di andare a ritroso a riscoprire cosa c'è stato prima di Brondi, e che ha costruito in qualche modo le sue stesse radici culturali.
    Bello sarebbe anche perchè così si porrebbero le basi per sviluppare una coscienza critica maggiore e smettere alfine di farci dire - anche in ambito, per così dire, 'alternativo' - cosa scegliere, cosa ascoltare, cosa comprare per essere anche noi "nel giro giusto".

    "Io devo uscire dalla mia alienazione/ti chiedo se mi fai promozione" (Bugo - Nel Giro Giusto)

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  19. Ripensandoci meglio è proprio il contrario: sono i ragazzi - maschi - che imparano i testi a memoria che hanno (più spesso) ragione. Sarò sessista (in questo campo), mi sbaglierò, ma - in linea generale - un uomo riesce ad afferrare musica e parole come una donna non può.

    Credo sia perché le donne si fanno fregare più facilmente dal romanticismo da due soldi. Riflessione confortata dal successo delle varie boyband, dai romanzi di Moccia e pure Vasco Rossi, i cui testi, parliamone, non vanno oltre l'età mentale di una quindicenne.

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    1. le ragazzine ascoltano boy band tanto quanto i ragazzini si rincoglioniscono dietro un pallone o con la play station. entrambi guardano maria de filippi. il gusto per quel buono che ti nutre il cervello non ha differente incidenza di genere.

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  20. "Io non ci capisco niente, mi distraggo come alla predica in chiesa."

    E' lo stesso che accade anche me, ma credo che sia la bellezza di questa musica. Mi spiego: i versi sono un miscuglio di banalita' che fissano nella mente immagini nitide e frasi di cui non capisco il significato. Mentre ascolto l'attenzione fluisce da sensazioni conosciute, ben definite, precisamente centrate come freccie su bersagli a spazi inesplorati in cui faccio fatica ad inoltrarmi. E poi di nuovo. Mi ritrovo distratto o perlomeno una parte di me lo e'. Abbasso la guardia. Ed e' proprio allora che ti vomita addosso la violenza musicale sulla tua parte vulnerabile. Colpisce cazzo.

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    1. Sono perfettamente d'accordo con te,è una sensazione che non avrei descritto meglio di come hai fatto. Ma "freccie" va scritto senza "i".

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  21. Lorenzo, quanto snobismo! Uno snobismo pieno di inutile dietrologia, per giunta!

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  22. Rispondo a fd: snobismo? Ma per favore. Stai parlando con uno che è riuscito a commuoversi in piazza con una versione live DeGregori-Mannoia de "La Storia Siamo Noi" che più nazional-popolare di così...! :-)
    Io non ho detto che il ragazzo in questione faccia schifo, per carità; c'è ben di peggio nell'Italietta di "X-Factor", ovviamente... Ho solo spiegato per sommi capi come funziona il mercato, e di lì per me deriva la ragione per cui ce lo stanno spacciando quale 'next big thing' quando tutto 'sto talento e genialità io non ce li vedo. Forse tu invece sei convinto di vivere in una meritocrazia?

    E' un fatto che ci siano prodotti più o meno vendibili, ma è anche un fatto che il loro reale valore non dipenda dalla facilità con cui vengono venduti. Sarei snob se ti dicessi che al contrario vale di più ciò che si vende con meno facilità...ma neppure questo sarebbe vero. E' vero semplicemente il fatto che ci sono artisti sottovalutati ed altri sopravvalutati, che i media nel dar loro peso fanno la loro parte (Bugo è noto da quando è finito su MTV, prima chi lo conosceva?), e che il consumatore di questi media è generalmente schiavo, a meno di non poter passare intere giornate a girare a caso su internet per scoprire di quante bellezze è pieno il mondo della musica che un tempo avremmo definito sotterranea (e adesso...boh!).

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  23. Lorenzo, mi trovo in disaccordo con te.
    QUestioni di punti di vista e di gusti, certamente. Ma ti dico la mia.

    1. Il fatto che lldce "è evidente, non scopre nulla di nuovo" è vero e non è vero, e sostanzialmente vuol dire poco o nulla: dalla musica alla narativa, passando per il cinema e la tv, tutto è ripreso, reinventato, reinterpretato, rimasticato, riletto, riaggiornato, rivisto... il punto è saperlo fare, paradossalmente, con originalità e personalità. E di originalità e personalità il buon Brondi ne ha da vendere (non chiamiamolo genio, ma vabbè) senza il bisogno di ipotizzare misteriose età d'oro e dell'originalità allo stato puro.

    2. Dici che sia "furbo, ripetuto, nauseante ammiccare al fumo ed alle "sere a strafarsi","...sarà, a me sembra più furbo estrapolare queste parti di brano, videntemente de-contestualizzate, e proporle/propinarle come se fossero una parte del tutto. Chi ha sentito i pezzi di lldce sa bene che si tratta di molto di più che fumo e sere a strafarsi, che c'è una cornice attorno, e le cornici spesso sono tutto.

    3. Tu parli di "giri giusti" attorno a Brondi; di una sorta di manovratori occulti che impongono gusti e cantanti a consumatori di musica dipinti come degli sprovveduti un po' cojoni; dell'assenza del "coraggio di andare a ritroso a riscoprire cosa c'è stato prima di Brondi, e che ha costruito in qualche modo le sue stesse radici culturali. Bello sarebbe anche perchè così si porrebbero le basi per sviluppare una coscienza critica maggiore"
    ...
    Ad essere sinceri, a me sembra che sia tutto un po' esagerato e gonfiato. Sia perchè il buon brondi rimane ancora un fenomeno ancora in fase di esplosione e non certamente celebre aldilà di taluni (piuttosto ristretti) ambiti, sia perchè mi sembra poco veritiera e un po' ideologizzata l'idea per cui esiste una specie di grande linea editoriale a monte, la quale esclude ed include "cosa scegliere, cosa ascoltare, cosa comprare". Dev'essere che abbiamo due visioni diverse di "come funziona il mercato", come dici tu, ma se per caso pretendi un mondo senza i suoi mainstream di riferimento, penso che otterrai solo un ragno dal buco.

    4. Certamente, è ovvio, i media hanno un peso rilevante nell'ambito musicale così come in qualsiasi altro, ma da ciò far scaturire un consumatore medio che è, dici tu,"schiavo" è francamente eccessivo se rapportato ai giorni d'oggi, dove invece ci troviamo di fronte a un consumatore sempre più scaltro, consapevole, libero, infedele, post-moderno e chi più ne ha più ne metta... e questo vale a maggior ragione nel caso Brondi, laddove risulta lampante il fatto che questo cantante sia emerso innanzitutto e rilevantemente per una sua unicità imponente, per una sua caratura emozionale fortissima, facilitato tra l'altromoltissimo dal web (un myspace strafrequentato da mesi, un blog piuttosto conosciuto e messo su da non poco tempo). Insomma, altro che qualcuno "spacciato" per chissà "quale 'next big thing".

    5. By the way: buon natale, Lorè. Regala agli amici il cd del buon brondi e farai cosa buona e giusta ;-)

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  24. Io ho venticinque anni e so le sue canzoni a memoria. Come se non bastasse ho pure un manifesto del suo tour attaccato alla porta del bagno. Magari c'è chi ascoltandolo si sente vecchio. Ma anche chi capisce di essere un adolescentello cronico.

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  25. Allora.
    Prima di tutto vorrei chiarire una cosa: io non ce l'ho con Brondi, visto che potrebbe sembrare una questione personale. Non mi entusiasma (de gustibus...) e non ne capisco di conseguenza il lancio mediatico, seppur in ambito 'alternativo' (copertina + intervista su Rumore e su Blow Up: e non venirmi a dire che non sembri la 'next big thing'!); ma la contestazione era relativa ad UN'ALTRA questione, ovvero il giudizio sconsolato (ma senz'altro anche un po' ironico) dell'autore del post, secondo cui il semplice fatto che "le ragazze imparano a memoria" le "migliaia di versi lapidari" del Brondi è sufficiente a garantirgli valore e genialità; saremmo noi ad esser vecchi e a non capire, così come hanno fatto i nostri genitori con i nostri idoli.
    Questa sua teoria è a mio parere eccessivamente semplificatoria ed autolesionista (se non fosse, ripeto, almeno un poco autoironica - come secondo me è).
    "Le ragazze che imparano i testi a memoria non hanno sempre ragione", gli ha fatto notare un accorto commentatore; perchè, come fa notare un altro, "le ragazzine imparano a memoria pure Tiziano Ferro, e allora?". E allora o decidiamo che il cliente, ossia il pubblico, ha sempre ragione, e allora Britney Spears è una grande artista e i fratelli Vanzina dimostrano ad ogni Natale d'esser dei geni del cinema...oppure cerchiamo di comprendere le ragioni del successo di certi personaggi. L'argomento è ovviamente complesso, ma volendo sintetizzare al massimo la ragione per cui la gente compra/sceglie è legata al battage mediatico (ora tutti ascoltano i divi di "X-Factor", chissà perchè!) ed alla fruibilità del messaggio veicolato dall'artista (Giorgia vende di più di qualsiasi band di hardcore screaming, e mi pare ovvio!). L'unione fortunata di questi fattori talvolta permette ad artisti underground di emergere dal sottosuolo: chessò, prendi i Prozac+ qui da noi, oppure i Nirvana, che da perfetti sconosciuti son passati ad eroi post-mortem. In entrambi i casi era facile canticchiare le canzoni a memoria, sia che si trattasse di pasticche e drogati da celebrare, sia di incubi personali ed ansie esistenziali da condividere. Ma valore e genialità dove stanno? E chi lo stabilisce? Non ho questa presunzione. Dico semplicemente che non basta l'entusiasmo delle folle a stabilirlo. Ognuno è libero di ascoltare, vedere e leggere quel che gli pare, ma la possibilità di conoscere (oggi aumentata infinitamente grazie al web), una sviluppata capacità critica, e l'esperienza accumulata col tempo possono aiutare ognuno di noi a scegliere con maggiore libertà e consapevolezza. Questo intendevo dire, punto.

    Un giudizio oggettivo su Le Luci Della Centrale Elettrica, come non è stato in grado di darlo l'autore del post, forse non sono in grado di darlo neppure io. Ma qualche osservazione che vada al di là del giudizio negativo personale mi sento di poterla fare. E' vero, "tutto è ripreso, reinventato, rivisto", e ben pochi sanno farlo con originalità. Tu dici che "di originalità e personalità il buon Brondi ne ha da vendere"; a me non sembra. Leonardo parla di "tutte frasi lapidarie, centinaia di versi lapidari, una specie di contraddizione in termini"; io ho sottolineato il furbo, ripetuto, nauseante ammiccare al fumo ed alle "sere a strafarsi". Possibile che siamo così tonti da non accorgerci d'aver di fronte un genio incompreso? Diciamo piuttosto che è bravo a far apparire per genialità un'accozzaglia di parole ben studiate ed accostate appositamente per fare effetto. Nelle canzoni come nel blog. Mmmmh vediamo, "le costellazioni di stelle di sperma sui vestiti neri" ad esempio cosa ti evocano? A me, nient'altro che un tentativo pretenzioso d'apparire al tempo stesso poetico e volgare che senz'altro, accostato al sesso (che ci sta sempre bene), può funzionare. Basta accontentarsi. Ma bisognerebbe rendersi conto che lo stream of consciousness è una tecnica diventata famosa già con Joyce; e che il cut-up è stato utilizzato sapientemente da Burroughs prima che dal discepolo Cobain. Per questo ho sentenziato: nulla di nuovo. Ma l'importante è non fare di peggio. Bene, tu dici che "si tratta di molto di più che fumo e sere a strafarsi": guarda, io lo so che certe scelte si fanno per permettere all'ascoltatore di sentirsi parte di un qualcosa di comune, addirittura di una generazione; ma c'è chi lo ha saputo fare alla maniera di Vasco Rossi, e chi alla maniera di Kurt Cobain: al di là dei gusti personali, io tra i due personaggi so dove sta il genio. Sta nei testi che riescono ad andare un po' oltre "l'età mentale di una quindicenne", come ha scritto Domiziano Galia del Blasco. L'età vera o stimabile del Brondi non m'interessa, ma a leggere il blog si trova (faccio un elenco parziale): "saremo ferocemente sobri"; "poi facciamo un giro in macchina con una bottiglia di vino"; "luci fortissime sulle tempie che mi fanno sudare vino bianco"; "Andremo a bere vino sottobanco"; "ho bevuto quaranta bicchieri di vino annacquato"; "riempiendoti il reggiseno di fumo"; "Fuori dalle discoteche ti cercano il fumo addosso"; "Mi è sempre dispiaciuto per il fumo passivo dei miei monologhi"; "lasciandoti dietro un profumo di fumo buono"... Non dubito che ci sia dell'altro nei testi dell'artista, ma mi permetto di ritenere fastidiosa questa descrizione di un universo di giovani alcolisti anonimi, fumodipendenti e...- lui, non io! - pure un po' snob: "la nausea di sartre tanto sartre non lo conosce nessuno". :-)
    Ancora. L'"esplosione" del genio, curiosamente, è avvenuta in un attimo, come riporta Wikipedia: "Brondi esordisce nel 2007 con un demo autoprodotto (...) che riceve buoni riscontri di critica. Nel maggio 2008 ha poi pubblicato il suo album d'esordio". Domanda scontata: e la gavetta? Possibile che ad un giovanissimo si pubblichino tutt'a un tratto un disco e addirittura un libro, così, come d'incanto? Billy Corgan ha passato una vita sul palco prima di pubblicare una raccolta di poesie. E rispetto ad entrambi ci sono degli illustri sconosciuti che sanno scrivere molto, ma molto meglio, per la miseria! Con la differenza che in certe frasette ammiccanti le ragazzine si ritrovano di più. Insomma, pescando a caso tra i commenti trovati su internet, riassumerei: "bravo...ma i pezzi son tutti uguali!!", per la musica, ed "Evviva la sagra dei cliché! Stupido chi legge, me per primo", per le parole.

    Per concludere: "se per caso pretendi un mondo senza i suoi mainstream di riferimento, penso che otterrai solo un ragno dal buco"
    Bella questa frase, nella sua miseria. Non ho bisogno di quelli che definisci "mainstream di riferimento", non ne avrebbe bisogno nessuno di noi. Avremmo bisogno di ben altro, di ben altra libertà di fruizione e di scelta.

    Auguri, se sei arrivato fin qui...!

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  26. Lorenzo,

    1. Sul fatto che i gusti siano personali e sacrosanti siamo, immagino, tutti d'accordo. E anzi, viva la diversità e la critica, sempre. E certamente concordo anche riguardo al fatto che "Ognuno è libero di ascoltare, vedere e leggere quel che gli pare, ma la possibilità di conoscere (oggi aumentata infinitamente grazie al web), una sviluppata capacità critica, e l'esperienza accumulata col tempo possono aiutare ognuno di noi a scegliere con maggiore libertà e consapevolezza"

    2. Ebbene, le cose che tu dici nella prima parte del tuo commento -e su cui concordo- che ho riportato nelle righe qui sopra, vengono però fatalmente buttate a mare nel proseguio tuo commento laddove sostieni che il buon brondi è "bravo a far apparire per genialità un'accozzaglia di parole ben studiate ed accostate appositamente per fare effetto". Dicendo ciò (e altre cose simili) tu vai ben oltre quello che sarebbe un sacrosantissimo giudizio di gusto e sensibilità personale, scadendo invece, a mio parere, nella pretesa di aver capito la "furbizia"(qui, virgolettato mio) che soggiace al fenomeno brondi, e cioè che egli sostanzialmente ci fa, che punta tutto sull'effetto e poco sull'essenza, e che insomma si tratta in buona sostanza di uno specchietto per le "stupide" allodole (virgolettato mio) che magari, avendo commesso il reato di nascere negli anni 80, non riescono -poverini- a capire fino in fondo la vera genialità dei grandi cobain e blasco (per i quali, sia chiaro, mi inchino), e che invece -poverini again- si devono accontentare di uno sbarbatello che non ha nemmeno fatto un po' di gavetta e che in pratica parla e canta di un "universo di giovani alcolisti anonimi, fumodipendenti e pure un po' snob" attraverso, ri-cito testualmente, "un'accozzaglia di parole ben studiate ed accostate appositamente per fare effetto". Insomma: ascoltatori praticamente mezzo infinocchiati da un mezzo furbone che, alla stregua di un Vanzina qualsiasi, è riuscito a trovare le modalità e i linguaggi giusti (a effetto e non realmente autentici) per -nel suo piccolo- sfondare, il tutto attraverso una sottilmente subdola cifra personale, e cioè uno stile basato su testi/lessici frammentati, oceanici, vividi e visionari, il quale, però(!), è -come tu sostieni con perentoria nettezza- robetta rispetto a cobain o burroughs o joyce (e perchè non anche gli impressionisti, i dadaisti, i surrealisti? Sorrido se penso che Brondi dice di avere i suoi riferimenti in Pazienza e Tondelli)
    Beh, riguardo a tutto ciò, aldilà della mia ironia, ribadisco la mia impressione che già dissi nel mio commento precedente, Lorenzo, e cioè che leggo nella tua analisi un che di altezzoso, una sorta di fastidioso "ma questo dove si crede di andare?" detto tra le righe. Cosa che secondo me si evince soprattutto nella facilità con cui giudichi non le canzoni quanto piuttosto le intenzioni che soggiaciono dietro a queste.

    3. Per la cronaca: la gavetta per taluni c'è stata, per taluni altri non è mai finita, per altri ancora è stata annullata da un successo iniziale. Amen.
    Ancora per la cronaca: tu ti chiedi come sia possibile che "ad un giovanissimo si pubblichino tutt'a un tratto un disco e addirittura un libro, così, come d'incanto"... Ebbene: 1) Giovanissimo avrebbe senso per un sedicenne, mentre Brondi ha cmq i suoi 24 anni, che non saranno 38, ma che non sono cmq 16; 2) Ti invito ad ascoltare alcune interviste di B. su youtube, nelle quale è egli stesso che spiega bene come tutto gli sia successo d'improvviso e forse nemmeno troppo volutamente, che anzi sono stati altri a "portarlo fuori dalla sua cameretta" (virgolettato mio); riguardo al libro è Brondi stesso che dice in un'intervista che questo è stato pubblicato da una casa editrice di amici, che è piccolissima.
    Insomma, caro Lorenzo, rassegnati sul fatto che il buon Brondi, che può piacere o meno, è emerso da sè; che sì, è possibile che a un "giovanissimo" si pubblicano tutt'a un tratto un disco e addirittura un libro, e che non si tratta di "un incanto"; e che il buon brondi è tutto fuorchè l'output di subdoli uomini di marketing o di gente che stravede per gli ammiccamenti musico-letterari un po' scadenti di uno che si crede burroughs.
    Sul fatto che "ci sono degli illustri sconosciuti che sanno scrivere molto, ma molto meglio, per la miseria!", scusami ma mi sembra un'ovvietà. Voglio dire: possiamo dire la stessa cosa per tutti, ma proprio tutti, e in qualsiasi ambito. E anche per i big big. C'è sempre chi è meglio di e peggio di. Per fortuna.

    4. Riguardo alla mia frase "se per caso pretendi un mondo senza i suoi mainstream di riferimento, penso che otterrai solo un ragno dal buco", che tu giudichi misera dal momento che, dici tu, "non ne avrebbe bisogno nessuno di noi. Avremmo bisogno di ben altro, di ben altra libertà di fruizione e di scelta", guarda che io concordo. Quello che io sottolineavo era il fatto che una "cultura"/filone mainstream è sempre esistita fin dagli albori della cd. "industria culturale", e che tentare di comprenderne le dinamiche è, forse, l'unico modo giusto e onesto e per confrontarcisi.

    5. tanti auguri di buone feste anche te ;)

    ps. Sempreinbilico: parole sante! ;))

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  27. fd, sono contento che qualcuno (tu) mi abbia seguito nei miei deliri...ciò significa che pazzi siamo almeno in due, e non io soltanto! ;-)

    Stavolta sarò breve, chè tanto mi è chiaro su cosa le nostre idee si avvicinino e su cosa no. Va meglio del previsto, direi: perchè mi pare che tutto o quasi si limiti ad una questione di gusti riguardo a Brondi, che è la cosa meno importante.
    L'importante per me è che sia chiara la prima parte del mio discorso, quella sulle dinamiche della cd. "industria culturale" (che tu giustamente ricordi...forse allora a qualcuno la Scuola di Francoforte ha insegnato qualcosa!): c'è un percorso che è necessario fare per capirci qualcosa di ciò che si fa/legge/guarda/ascolta nella vita, e certamente, per quanto onesto e sincero, l'interesse dei giovanissimi che adorano l'artista X - l'ho fatto pure io, che ti credi?! - ha poco di consapevole e molto più di ormonale. Fortunatamente oggi c'è internet che permette a chiunque di conoscere qualsiasi cosa in un attimo, e questo facilita la crescita personale abbattendo mille difficoltà (conoscenza di artisti senza etichetta discografica, scaricamento di musica aggratis, ecc.) e dimostrando spesso così la possibilità di vincere lo strapotere dei media mainstream che vorrebbero che tutti scegliessimo le stesse cose. Un esempio? Quasi nessuno qui conosceva i Devics e i Sophia, ma, dopo averli scoperti io stesso per caso e fatti ascoltare a tot persone, in molti hanno finito per adorarli. Stessa cosa per film semisconosciuti e non distribuiti in Italia: ci sarà pure un motivo se qualcuno decide di non farceli vedere; polpettoni tipo "corrazzata Potemkin"? Niente affatto! Ma il mercato, come il cuore, ha le sue ragioni...che la ragione (di chi deve guadagnarci) però ben conosce!

    Da questi ragionamenti, passare ai dubbi e alle perplessità su Brondi è stato un attimo, lo confesso. Ma a questo punto a me non interessa nemmeno più se egli ci faccia o se venga spinto. Son fatti suoi e di chi lo ascolta. Io "ma questo dove si crede di andare?" se vuoi te lo riscrivo anche qui di seguito, non tra le righe ma chiaramente, perchè è quello che penso ascoltandolo, e che deriva certamente dalla conoscenza accumulata e dal gusto formato in anni di ascolti.
    Questo non significa che Brondi non valga niente e che non abbia la libertà di fare dire e cantare quel che gli pare e piace, per carità: chi sono io per fermarlo?

    Saluti utopici :-)

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  28. Salve a tutti, sono capitato qui per caso e ho letto post e relativa discussione fino alla fine. Sono in buona parte d'accordo con fd e vorrei aggiungere a Lorenzo che la storia del percorso la condivido, ma chi ti dice di essere qualche passo avanti, ad esempio, alla giuria che assegna la targa Tenco, formata da 150 giornalisti musicali italiani, scelti fra quelli più attenti alla canzone di qualità? delle due,l'una: o si sono coalizzati per creare un fenomeno ( e a me non pare considerando i passati vincitori del riconoscimento Tenco ), oppure c'è un po' di presunzione nelle tue parole, forti della tua presunta competenza che ritieni un passo avanti, sempre ad esempio, rispetto ad alcuni dei migliori critici musicali italiani.

    Infine, ho apprezzato molto l'ironia del post e di alcuni commentatori, specie quella del ' bilico fra curiosità e un vaffanculo '

    un saluto carpiato con doppio avvitamento

    Federico

    Federico

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  29. "Sorrido se penso che Brondi dice di avere i suoi riferimenti in Pazienza e Tondelli"

    Leonardo sei il riferimento della LLDCE...doh!

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  30. "Ripensandoci meglio è proprio il contrario: sono i ragazzi - maschi - che imparano i testi a memoria che hanno (più spesso) ragione. Sarò sessista (in questo campo), mi sbaglierò, ma - in linea generale - un uomo riesce ad afferrare musica e parole come una donna non può.

    Credo sia perché le donne si fanno fregare più facilmente dal romanticismo da due soldi. Riflessione confortata dal successo delle varie boyband, dai romanzi di Moccia e pure Vasco Rossi, i cui testi, parliamone, non vanno oltre l'età mentale di una quindicenne."

    Hai dimenticato di dire che le donne non sanno guidare.

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  31. Sono tornato a curiosare e ne approfitto per rispondere a Federico, che in pratica mi chiede chi mi credo di essere. Proprio nessuno, guarda. Diciamo che cerco di farmi delle cose sempre un'idea da solo e diffido di premi, copertine e di quant'altro; nel senso che tutto ciò può servire ad informarmi, ma di sicuro non da ciò dipende la stima che posso avere di un artista. Per capirci, anche se ad Harold Pinter non avessero consegnato il Nobel per la letteratura lo avrei adorato lo stesso.
    Lo so che può sembrar banale, ma ripeto che c'è gente semisconosciuta o sconosciuta del tutto che fa cose che valgono oro rispetto ad artisti riconosciuti e propagandati come grandi talenti; non desidero una giustizia impossibile per costoro, ma rivendico il diritto di decidere da me chi possa essere considerato un genio e chi no, possibilmente dopo essermi fatto una cultura in merito che riesca a correggere/frenare i miei stessi impulsi...non per trattenere le emozioni per carità, che restano comunque l'elemento fondamentale della musica, ma per essere più consapevole di ciò che si sta ascoltando.
    Al di là di questo, è giusto che ognuno ascolti quel che gli pare e piace, ma sarebbe più giusto ancora se a tutti fossero date le stesse possibilità (meno male che c'è internet, ripeto) ed una formazione culturale più approfondita che permettesse di formarsi una coscienza critica.
    Apprezzo molto anch'io il commento ironico di chi rispetto al Brondi pensa d'essere "sempre lì in bilico tra una certa ammirazione e un sonoro vaffanculo", ma posso avere la libertà di pensare a modo mio ed ammettere d'essere più portato al sonoro vaffanculo?
    Detto questo, non si può negare che nell'Italietta di "X-Factor" Brondi faccia una bella figura (non scherzo)!

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