lunedì, marzo 19, 2007

spalle rubate a

Ma cari giornalisti, io non ce l'ho con voi. E onestamente, a volte son curioso.
Mettiamo che vi arrivi uno stagista, per esempio. Non avendo di meglio, gli affibbiate un pezzo sull'internet, che fa sempre colore.

E lui che è giovane e intraprendente, in capo a qualche giorno vi porta un temino in bella prosa, dove brillano alcune perle:
Se voi cercate "rivoluzione" o "rossi poeta", Google non va a fare, per voi, una ricerca in Rete, va a consultare i suoi indici. Quindi voi sarete indirizzati non a quello che c’è realmente sulla Rete, ma solo a quello che "esiste" sugli indici di Google. Insomma, il paragone con gli indici dei libri proibiti della Chiesa è forse azzardato, ma non troppo. Alla fine, sempre di indici si tratta. E quelli di Google sono indici redatti dal "centro" e secondo i criteri scelti da Google.
Non solo. Si tratta anche di indici istituzionalmente artefatti (almeno per le cose commerciali). Se voi cercate "albergo ai caraibi" le prime risposte che Google vi manda sono quelle degli alberghi che hanno pagato di più a Google proprio per essere inseriti ai primi posti in quella lista, e così via.
Ora la domanda è: se uno stagista vi scrive una roba del genere, voi come reagite? Stracciate il pezzo e glielo fate mangiare? Lo pigliate a calci in culo dalla redazione al parcheggio? Lo appendete al pennone a mo' di esempio?

Oppure, semplicemente, gli spiegate che le ricerche vanno fatte seriamente, e lo invitate a riprovare con più impegno?

Si fa per dire, naturalmente. Nessuno stagista vi porterebbe un pezzo così. In effetti il pezzo è di Giuseppe Turani. Su Affari e Finanza di oggi (via Mante).

1 commento:

  1. se voi cercate su google "giuseppe turani carlo sama" dagli indici di google viene fuori (ad esempio)questo
    http://www.terrelibere.org/counter.php?riga=246&file=
    se poi andate all'interno del documento e fate un trova "giuseppe turani" il risultato è chiaramente il fascismo digitale.

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