lunedì, maggio 01, 2006

"Perciò l'operaio solo fuori dal lavoro si sente presso di sé; e nel lavoro si sente fuori di sé. E' a casa propria se non lavora, e se lavora non è a casa propria. Il suo lavoro quindi non è volontario, ma costretto, è un lavoro forzato. Non è quindi il soddisfacimento di un bisogno, ma è soltanto un mezzo per soddisfare bisogni estranei. La sua estraneità si rivela chiaramente nel fatto che non appena viene a mancare la coazione fisica o qualsiasi altra coazione, il lavoro viene fuggito come la peste."
Karl Marx - Manoscritti economico-filosofici, 1844

e buon 1° maggio a tutti

2 commenti:

  1. Siamo d'accordo: nessuno deve costringerti ad esercitare le tue capacità.
    Basta che dopo tu non pretenda di soddisfare i tuoi bisogni a spese altrui (mie, in particolare).

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  2. l'operaio se non lavora non opera, cioe' non e' piu' operaio. magari e' disoccupato, filosofo o demagogo. ma non e' piu' operaio. ergo, semmai, fugge da se' stesso, non dal lavoro. ecco, ho ragionato alla Marx anch'io per un momento. che fico! (e che cazzate, by the way)

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