lunedì, aprile 24, 2006

s'io fossi titolista

...l'avrei tradotto uomini e tope.

(Invece di "Me la dai la mail": gli ultimi paninari si annidano nell'editoria, è così?)

venerdì, aprile 21, 2006

gli scrittori sono già fuori alle diciotto

Era da migliaia di anni che non si presentava un libro di carta con qualcosa di me dentro.
Eccolo qui (scopiazzo da Polaroid):
Domani a Modena, a partire dalle 18, allo Juta Caffè (Via Del Taglio 91, accanto alla Piazzetta della Pomposa) si presenta Lo scrittore uscì alle ventunoetrenta, antologia di narratori e di occasioni, più che di semplici racconti, che vede coinvolto anche questo piccolo blog.
Parteciperanno fra gli altri Jonathan Sisco, Leonardo Tondelli, Paolo Teobaldi, Gianluca Morozzi, Gianfranco Mammi, Daniele Bondi, Massimo Bernardi e Davide Bregola.
Speriamo che ci siano più avventori che scrittori. Coordina Rossella Bonfatti.
Enzo mettera dischi tra una lettura e l'altra, e poi tra un aperitivo e l'altro. Chi può, siaci.

giovedì, aprile 20, 2006

Antipapa-boy

Martin Lutero, dicono, il 31 ottobre 1517 affisse sulla porta della chiesa di Wittenberg 95 tesi riguardanti il valore e l'efficacia delle indulgenze, che avrebbero fatto molto rumore. Embè?

Oggi è il 21 aprile del 2006 e sull'Espresso c'è un'intervista al Cardinal Martini che, secondo me, non passerà sotto silenzio. In soldoni: i preservativi servono a lottare contro l'AIDS, certe forme di eutanasia sono comprensibili, anche i single seri possono mettere su famiglia. C'è ancora una chiusura netta sulle staminali, ma anche Martin Lutero aveva le sue chiusure, tempo al tempo.

Ora, se c'è qualcuno disposto a saccheggiare conventi e scuole private e cliniche in nome dell'antipapa, io ci sto. Animo, riformisti, che qui si fa la Riforma con la R maiuscola.

Il problema fisico

Quello che la scena finale del Caimano lascia balenare, un Berlusconi tranquillamente capace di supportare una guerra civile italiana se giudicasse la cosa meritevole per i propri fini, corrisponde esattamente all'immagine che mezza Italia ha di lui.
Il mancato riconoscimento della vittoria elettorale prodiana ha sicuramente rafforzato questa convinzione.
Ma c'è un problema fisico ad impedirlo. I vecchi rimbambiti che costituiscono la solida base del suo elettorato riescono a malapena a trascinarsi fino al seggio per fare una croce. Prendere fucile e pitale e scappare in montagna no, non è possibile.
Escluse a priori le casalinghe di Voghera che "io di politica non mi interesso", rimarrebbero come unica risorsa realmente disponibile gli arzilli commercialisti della Brianza metaforica. I quali però avrebbero troppo sommerso da perdere in cambio di una misera Ici da guadagnare. Quindi ciccia.

domenica, aprile 16, 2006

E comunque

se mi chiedessero di indicare quale opera rappresenti meglio tutto il dolore del mondo non mi verrebbe in mente l’Urlo di Munch, mi verrebbe in mente Tre Madri di Fabrizio de André

sabato, aprile 15, 2006

La questione centrale

E tutti a parlare della “questione settentrionale”. Bene. Ci sarà pure questa questione settentrionale. Ma allora parliamo anche di quella speculare: la questione centrale.
C’è un’Italia - ed è grossa - che non ne vuole assolutamente sapere di essere governata da un monopolista delinquente che fa leggi a suo uso e consumo come in una repubblica delle banane. Che rimbambisce pensionati e casalinghe con una propaganda vergognosa. Che fa del disprezzo delle regole, della menzogna e dell’arroganza il proprio credo assoluto. Che ha governato oggettivamente da schifo per cinque anni. La cui politica interna consiste nel tagliare le tasse ai ricchi dicendo che così le cose funzionano meglio e la cui politica estera consiste nell’averci imbarcato in una guerra ignobile esponendo la popolazione al rischio di attentati.
C’è un Italia - ed è grossa - anyone but Berlusconi, come c’è un America anyone but Bush.
In entrambe la situazione politica si va sempre più polarizzando. Due americhe. Due italie.
Non si può governare contro il nord ? Non si può governare contro il centro-nord. E l’infame l’ha fatto per 5 anni. E adesso potrebbe pure tornare perché gli italiani sopra il Po e sotto il Tevere sono minchioni. Siamo la parte più bella e produttiva del paese: non ne possiamo più.
Secessione subito. Federalismo spinto adesso.
Questa è la questione centrale.

mercoledì, aprile 12, 2006

il taccerismo della volontà, il prodismo della ragione

Ognuno ha le sibille che si merita, io mi tengo stretto B. Georg. E lo scopiazzo senza scrupoli:

"...contesto però il dato tecnico: le riforme fatte sono state esageratamente scadenti. La riforma della scuola e dell’università fanno sinceramente pena, e lo dico non ideologicamente ma tecnicamente; la legge Biagi è monca e se ne accorgono ormai anche i liberal; sulle pensioni - la palla al piede del paese, che assorbe a tutt'oggi il 70% della spesa di welfare - è stato solo continuista col centrosinistra, perpetrandone gli errori, la riforma del sistema radiotelevisivo è la quintessenza dell’antiliberismo. E le riforme non fatte sono talmente tante che c’è da spaventarsi. Il risultato è quello che si vede: un taccerismo della volontà, teneramente trash e un poco straccione, fatto con materiali da rigattiere, che di fronte ai vago familismo dei democristiani (forti di un temibile 3%!) e a qualche ruspante socialfascista si scioglie sommessamente.

Probabilmente l'errore di Berlusconi - a parte non tagliare con più coraggio i ponti con la sua precedente carriera e interessi - è stato circondarsi di personale politico raffazzonato e scadente, yes man, professori di economia desiderosi di riscatto le cui precedenti sfortune accademiche forse avevano qualche ragione, sedicenti manager incapaci di gestire una merceria.
Col risultato che il partito liberale di massa oggi non ha un erede (l’uomo ha 70 anni…) non dico di alto, ma nemmeno di medio profilo, tranne… tranne un tizio lombardo che deve il suo potere a un movimento integralista comunitario cattolico e che il Berlusconi giustamente teme come la peste. E con la prospettiva che su quel 20% di voti tra qualche anno banchettino gli ex democristiani di varia risma.

[...]

- Prodi, se il governo va in porto, sarà in sella almeno due anni (la maggioranza risicata al Senato non è tecnicamente un problema insormontabile) durante i quali nessuno ha davvero l'interesse a farlo cascare: a sinistra saranno impegnati a fare a tappe forzate il Partito democratico e la Linke, altrimenti li appendono per i piedi, e chi minaccerà di sgarrare nelle votazioni in aula, lo accoltelleranno nei sottoscala; a destra sanno che non possono tornare alle elezioni così - riperderebbero - quindi saranno molto presi a fare il Partito popolare e a trovare un posto "di prestigio" a Berlusconi (bel problemino: dipendono totalmente da lui ma non possono più rimanerci attaccati se vogliono avere un futuro).
- Nel frattempo il governo farà alcune cose "di base" su cui troverà qualche voto anche a destra - nuova legge elettorale, alcune riforme economiche urgenti, interventi per la scuola - e alcune su cui non li troverà - antitrust nei media e conflitto di interessi, giustizia, precari - e qui dovrà provare a farcela da solo. Se ce la farà a quel punto, tra un paio d'anni, sarebbe saggio tornare concordemente alle urne a metà legislatura, e le coalizioni a quel punto sarebbero guidate dai segretari dei novelli partiti maggiori - al momento attuale direi Veltroni e Formigoni, ma la Sibilla qui farfugliava quindi posso sbagliarmi.

Angese

L'unico collaboratore del Resto del Carlino capace di dare un senso a quei 90 centesimi che tanti dalle mie parti spendono per acquistare l'orrida testata, ci ricorda che l'Italia non è spaccata in due

martedì, aprile 11, 2006

il voto agli italiani all'estero, comunque, è una vergogna

Questo è un pezzo di più di tre anni fa: 17/10/2002. Io da allora non ho cambiato idea.

"La verità è che tu ce l'hai con gli americani".
"Ma no, anzi".
"Con tutto quello che hanno fatto per te".
"Beh, in effetti…"
"Ingrato, ecco cosa sei".

Ma non è vero. Io ho un grande rispetto per la civiltà americana. Molto più di quanto ne possa avere, per esempio, Mirko Tremaglia.

Il Columbus Day anche quest’anno non ha tradito le aspettative. […] Lo testimoniano le tantissime bandiere tricolore che sventolavano sulla strada più famosa del mondo, che si è vestita di verde, bianco e rosso. Ma lo testimonia soprattutto la presenza dell’ospite d’onore di questa edizione del Columbus Day: il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia che, in piedi su una macchina d’epoca e sventolando un Tricolore, ha aperto il corteo accompagnato dall’entusiasmo della gente che si avvicinava per stringergli la mano, per manifestare la propria gratitudine per la sua partecipazione all’evento e per le intense espressioni di solidarietà dell’Italia verso gli Stati Uniti dopo gli attentati dell’11 settembre.

Con amici come Tremaglia, chi ha bisogno di nemici?

Ognuno ha le sue piccole curiosità: per esempio, io mi chiedo come ci sarà arrivato, il ministro Tremaglia, a New York. Con un volo di linea, probabilmente (business class). In questo caso, qualche inserviente del J.F.K. Airport, o del La Guardia, gli avrà messo in mano quel simpatico cartoncino che regala a tutti i turisti europei un attimo di buonumore.
È il famoso questionario per entrare su suolo americano: avete presente? Viene chiesto al viaggiatore, senza tanti preamboli, se collabora ho a collaborato con organizzazioni terroristiche; se ha mai spacciato o comprato stupefacenti; e altre amenità che non rammento. Bisogna barrare il "sì" o il "no" e consegnare.

Ovviamente, nessuno si aspetta che voi confessiate di aver fatto parte di un'organizzazione mafiosa o di avere cospirato contro gli USA: il questionario non va in mano alla CIA (io senza volere mi dimenticai di consegnarlo e nessuno mi fece niente). È soltanto un sistema, apparentemente ingenuo, ma in realtà semplice ed efficace, per spiegare ai viaggiatori di tutto il mondo che sono graditi, sì, ma ad alcune condizioni.
Il cartoncino, insomma, ha lo stesso significato che potrebbe avere un volantino "Vietato l'accesso a terroristi e spacciatori" appeso ai cancelli dell'aeroporto: ma è un po' più elegante. E mi chiedo se il Ministro Tremaglia ci abbia riflettuto su.

Sì, anche perché tra le domande del cartoncino, ve ne sono un paio molto esplicite, che dicono più o meno così: "Ha collaborato con l'esercito tedesco negli anni dal 1940 al 1945? Ha fatto parte del partito nazista o ha collaborato col partito nazista negli anni Quaranta?"
Il viaggiatore distratto sorride e barra il "no", ma il Ministro Tremaglia ha ben poco da ridere. Non ha mai fatto mistero di essersi arruolato, a 17 anni, nelle forze armate della Repubblica di Salò. E soprattutto (da quanto emerge dalle sue dichiarazioni), non sembra essersene ancora pentito.
Eppure non sono soltanto terroristi e spacciatori a non essere graditi, sul suolo americano. Anche nazisti e collaborazionisti sono personae non gratae. È scritto sul cartoncino. Il Ministro l'ha compilato?

È doloroso sentirsi dare lezioni di americanismo da un repubblichino. Ma fosse solo questo. Il Ministro per gli Italiani nel Mondo è anche il promotore di una delle più assurde e nefaste modifiche alla Costituzione in Italia – un palese insulto all'americanissimo principio "No taxation without representation".
"No taxation without representation" significa, papale papale, che non può essere tassato chi non è rappresentato in parlamento. E viceversa: non può essere rappresentato in parlamento chi non paga le tasse.
Una banalità, direte voi, ma per gli americani è come dire "liberté, egalité, fraternité".

Al principio non c'erano che una dozzina di colonie britanniche che si facevano i fatti loro – poi la Madrepatria pretese che pagassero le tasse sul serio, e così nacquero gli Stati Uniti d'America. Perché non ci poteva essere "tassazione" senza "rappresentazione". E viceversa: chi non paga le tasse, non è rappresentato. Non vota e non può farsi eleggere.

Il principio vale ancora oggi – tanto che a Portorico, protettorato USA, ogni tanto si fa un referendum col seguente quesito: "vogliamo diventare il 51esimo Stato degli Stati Uniti d'America, sì o no"? Scegliendo Sì, i portoricani diventerebbero 'americani' come tutti gli altri, con i loro bravi seggi al Congresso e al Senato, e le loro cartoline elettorali per votare Bush e Gore. Ma hanno sempre votato no. Perché? Perché si sentono inferiori? No. Perché così pagano meno tasse.

Quello che mi piace degli USA è questo tipo di approccio ai problemi, semplice, pragmatico, che talvolta può sembrare un po' ingenuo e senz'altro certe volte è un po' drastico. Se sei nazista, fuori. Se non paghi le tasse, non puoi votare e non puoi farti eleggere. Punto.
Questo tipo di mentalità, in Italia, è sconosciuta. Prendete i dibattiti stile: "perdoniamo i ragazzi di Salò". Negli USA non avrebbero senso: cosa c'è da perdonare? Hanno fatto una cazzata, hanno perso una guerra, discorso chiuso. Prendete il caso dei Savoia: cosa pretendono ancora? Prendete il caso di Mirko Tremaglia, che tanto ha brigato, per legislature e legislature, finché non è riuscito a ottenere da una maggioranza bipartisan una cosa come il diritto di voto per gli italiani all'estero.

Ma chi sono questi italiani all'estero? Non si è mai capito bene. Quanti sono? Quasi quattro milioni.
Hanno i diritti civili nei Paesi di residenza? Di solito sì (negli USA senz'altro). Ma soprattutto: le pagano le tasse? Le nostre tasse? No, sembra di no. E allora perché dovrebbero votare per il nostro Parlamento? Mah. Così, per solidarietà. In ricordo dei bei tempi andati.

Onorevole Ministro, mi creda, io non trovo nulla di male nell'andare in giro in parata su una macchina d'epoca sventolando il tricolor. Il Verde, il Bianco, il Rosso, mi sembrano colori bellissimi, e le macchine d'epoca poi, le Alfa, le Bugatti, l'Isotta Fraschini, son ben cose che mi fanno sentir fiero, non so bene di cosa, ma fiero. Inoltre mangio molta pastasciutta e conosco il testo di due o tre canzoni napoletane ("Te'ssi fatta 'na veste scollata… 'Nu capiello coi nastri e coi rosa…").
Però sono convinto che essere italiano significhi un'altra cosa. Essere italiano, per me, significa partecipare al prodotto lordo nazionale, contribuire come posso alla Cosa Pubblica, e ricevere in cambio dei miei contributi alcuni servizi (sanità, igiene, istruzione, strade decenti, ecc.). In tutta franchezza, onorevole Ministro, il mio vicino di casa marocchino, che lavora in un cantiere, avrebbe più diritto lui di votare e di essere rappresentato che un italiano di Brooklyn che sfila al Columbus' day con la maschera di Pulcinella. E credo che Thomas Jefferson mi darebbe ragione. E credo che George Washington ci darebbe man forte. Non ci può essere Rappresentazione Senza Tassazione!

Onorevole Tremaglia, Lei è andato in parata a New York, e ha ribadito che gli americani sono nostri amici. In che senso nostri amici? Gli amici sono persone che rispettiamo e cerchiamo di comprendere.
Se Lei rispetta gli americani, cosa aspetta a chiedere scusa per averli combattuti mentre davano le loro vite per liberarci?
E come può comprendere gli americani chi si è creato un feudo elettorale extrastatale, una cosa mai vista al mondo, una circoscrizione di gente che ha il diritto di dire la sua sulla repubblica italiana senza pagare le tasse? Representation without Taxation? No, Onorevole ministro, mi creda, lei non ha capito nulla dell'America!
Per lei l'America è solo quel posto dove tutti sventolano i tricolori e suonano il mandolino per le strade, e poi si va a mangiare le trenette al pesto da Pino, all'incrocio con la Sesta Strada…

E’ un altro trionfo di tricolori” ripeteva Tremaglia alle varie emittenti, anche americane, che approfittando delle varie soste, gli si avvicinavano, “ed io sono emozionantissimo nel vedere questo entusiasmo, questo amore per la Patria e per il Tricolore che proprio voi avete conservato con devozione. Sono istanti che porterò sempre nel cuore, perché questa è tutta la mia famiglia, tutta la mia vita”.

(Sarà. Io avevo pur letto da qualche parte che il ministro era sposato con Mrs. Italy…)

Dedicato a Massimo -- senza il quale questo post non avrebbe mai potuto... ecc.

sabato, aprile 08, 2006

I casalingui


Scommettiamo che Silvio perde ?/2

Ricevo e volentieri pubblico:
"Gli istituti di statistica danno per certa la vittoria dell'UNIONE rispetto alla casa delle libertà, sulla base del criterio certo che i COGLIONI sono sempre il doppio delle teste di cazzo."

giovedì, aprile 06, 2006

Un golpe all'Ici ed uno alla botte

Mettiamo che io governi un Paese, mettiamo, dove l'opposizione ed alcuni dei miei alleati di Governo spadroneggiano nelle amministrazioni locali. Mettiamo poi che costoro sovvenzionino le amministrazioni locali con tasse locali, fuori dalla mia portata. Mettiamo che io mi sia rotto di essere a capo del piu' consistente partito di questo paese e di dovermi sorbire alleati rompiballe ed opposizione piagnucolosa. Che faccio?

Elimino le entrate locali! Abolisco l'ICI.

Cioe': se domani mattina l'ICI non c'e' piu', ed io mi impegno a restituire quei soldi alle amministrazioni locali dal recupero del sommerso (cioe' dalla battaglia all'evasione), posto anche che funzioni, saro' IO a dare i soldi... e quindi, li daro' quando e come meglio credo. Esempio: sei un alleatucolo padano sfasciacavolo e refrattario alle mie leggine ad personam? Zacchete, niente recupero dell'evasione per un paio d'anni, delle belle lungaggini burocratiche o, che so io, qualche problemino dell'ultima ora... ma, sia chiaro, appena voti a favore, eccoti i soldi. Voi dell'opposizione, invece, che avete quella bella Capitale tutta per voi... ecco... voi, andate direttamente all'Inf...

Fantascienza eh, sia chiaro!

mercoledì, aprile 05, 2006

se proprio volete essere coglioni

Partendo dal presupposto - banale - che in questi giorni non si fa grande lotta per l'idee, ma più spicciola guerriglia sugli indecisi:

ebbene, un "coglione" in tv non sposterà nessun indeciso.
E' una parola forte, è sinonimo dell'imbarbarimento, certo, certo, però gli indecisi ieri magari stavano guardando Mammucari in tv. Se cambiando canale s'imbattono in un "coglione", non dovrebbero scuotersi più di tanto (specie se non è rivolto a loro).

L'Ici invece è l'Ici, non c'è niente da fare. L'Ici qualcosa lo sposta. Possiamo anche decidere che non ce ne frega niente, ma io, se posso dire la mia, calerei le braghe su tutta la linea. Aboliamo l'Ici anche noi (Bertinotti è d'accordo), e insisterei sul fatto che la copertura noi ce l'abbiamo, loro no. Il mio bluff è più fico del tuo. Precisamente.

Ma naturalmente io non me ne intendo per niente, giù in città c'è un sacco di comunicatori esperti che ha deciso che stamattina la prima pagina e i contenuti multimediali devono essere tutti sul "coglione", su questa cosa gravissima che Berlusconi ci ha fa dato dei coglioni.

L'ennesimo scioccherello tentativo di buttarla sull'identitario. "Sono Xxxxx e ne sono fiero", dove Xxxx può essere nero, comunista, gay, ebreo, e da ieri mattina anche coglione. Bravo, coglione. Scendi in piazza coi tuoi amici coglioni. Datevi pure del coglione a vicenda. Voti non ne spostate, ma senz'altro s'incontrano coglioni interessanti. Ci voleva proprio un Master in Comunicazione Politica.

Scommettiamo che Silvio perde ?

I Bookmakers londinesi lo danno 3/1 , Prodi sta 1/5.

lunedì, aprile 03, 2006

Comunisti su Marte/1



Dice qualcuno che un socialista sia un uomo coi piedi saldamente piantati per aria. Non è detto però che col culo non possa cercare un appoggio più solido

Dalai Lama ? No, grazie

Meglio i pompini

Ultime dall'Italia

Mi rivolgo a quell’ 1,17% di pubblico che ci legge dalla Germania e altrimenti non capisce.
Dunque, la nostra situazione è attualmente questa: oggi nell’unica intervista di tutta la campagna elettorale degna di questo nome, Prodi fa una figura di merda. Le reti Mediaset, sempre più caimanizzate man mano che il giorno delle elezioni si avvicina, la stanno replicando a oltranza. Su tutti gli altri canali c’è Wojtyla dall’oltretomba, assieme ai nazisti e a un tizio che uccide i bambini a badilate in faccia e stupra 16enni dopo aver legato i fidanzati perché possano assistere. Il Male è tra noi, cari tedeschi, ci affligge con una certezza di ferro. Un male metafisico, eccessivo, tra Ridolini e Arancia Meccanica. Voi non ridete. Ricordatevi di Shengen.

domenica, aprile 02, 2006

Se non mi sposi, almeno assumimi

"E' paradossale: dobbiamo sperare che la battaglia degli omosessuali per il riconoscimento delle coppie di fatto vada a buon fine perché, crediamo, a quel punto si dovranno riconoscere anche le coppie eterosessuali di fatto formate da italiani ed extracomunitari. Questo in una società fondata sulla famiglia".

"Ho presentato la domanda per assumere Tamara come collaboratrice domestica. Un falso, ne sono perfettamente consapevole. Ma non ero il solo. Conosco un sacco di gente che ha assunto o sta tentando di assumere il proprio partner. E' difficile, io personalmente non ho grandi speranze".