giovedì, ottobre 13, 2005

il nome di questo blog è: piste

E piste siano.

Perché io mi chiedo: a cosa serve saper girare tra 60-70 blog, in questi casi? A leggersi 60-70 predicozzi su quanto male fa la coca? Evidentemente, no.
Evidentemente io (ma credo tutti) cerchiamo almeno 1-2 blog che raccontino cos'è la coca, Cristosanto. Che di maestrini in giro ce n'è già tanti, o no?
La letteratura del tardonovecento è eminentemente turistica: uno non ha il tempo né il fisico di perdersi in tutti i vizi, ma vuole almeno farsi un giro. Tenersi informato.

- Sul marketing da cocaina (Asphalto - occhio che tra un po' scompare).
- Cocaina, il bugiardino (Mardin)
- Riuscire a fregare Dio, I e II (raccontino molto sincero su un turista sessuale-quasi-suo-malgrado in Tailandia che si fa di chetamina direttamente dalla busta, non provateci a casa. Il tipo non scrive più dal 2001: ho come un brutto presentimento).

- Update: Dalle colonne del Giornale, G. B. Guerri ricorda i bei tempi in cui Lapo Elkann gli pisciava addosso (letteralmente), e informa gli sprovveduti: «Antistoria degli Italiani. Da Romolo a Giovanni Paolo II» (1997) fu studiato e scritto e levigato e reso così eccezionalmente bello e intelligente, proprio nel mio periodo di massimo uso di cocaina. Quasi quasi lo compro. Ma quasi. Se non è già esautito, eh.

3 commenti:

  1. è proprio lo spirito che mi ha spinto a scrivere quel post. felice di conoscerti.

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  2. off topic (leo non si decide a darmi l'accesso)

    Gianluca Neri scrive: (...)"ma, se perdo, fate almeno la cortesia di non sottopormi al ricatto per cui dovrei votare quello che piace a voi, perché altrimenti faccio il gioco del nemico.
    “Il gioco del nemico” una beata fava: siete voi, il nemico. O meglio, anche voi. Rappresentate il “meno peggio” ma anche, per forza di cose, il “meno meglio”(...)

    forse l'avevo sempre sottovalutato

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  3. Se ti do l'accesso, poi smetti di commentare i miei pezzi, che è il tuo mestiere, schiavo.

    Nella mia vita squallida, Neri non rappresenta tanto un modello di rigore morale, quanto piuttosto la persona che mi ha offerto più drink cards in assoluto, e passeranno secoli prima che io parli male di lui. Ma il paragone che fa in quel pezzo, tra la preferenza di un candidato e la preferenza del gelato al pistacchio, è un lapsus fantastico che squarcia il velo sulla sostanziale immaturità di una generazione di elettori-consumatori spocchiosi.

    Andate a votare come andate dal gelataio, appunto: se non c'è il gusto che vi piace, ve ne andate sdegnati, e credete anche di aver fatto una scelta controcorrente. E cosa vuoi da me, Cragno: un buffetto sulle gote? Che ti spettini il ciuffetto? Ma crescete, una buona volta.

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